Morte di Maddalena Urbani, condannato a 14 anni lo spacciatore e a due l’amica
Condannato a 14 anni di reclusione: è arrivato il verdetto per Abdulaziz Rajab, il pusher 64enne accusato dell'omicidio volontario con dolo eventuale di Maddalena Urbani, figlia 21enne del medico che ha scoperto e isolato la Sars nel 2003, morta per overdose. Secondo l'accusa Rajab non avrebbe fatto niente per tentare a salvare la ragazza, morta mentre si trovava nella sua abitazione: condannata a due anni, invece, anche Kaoula El Haouzi, la 24enne amica di Maddalena, per omissione di soccorso.
La richiesta del pm e la reazione dell'avvocato
La richiesta del pm, Pietro Pollidori, era stata molto meno leggera: aveva richiesto una condanna a 21 anni per Rajab e 14 per l'amica, entrambi con l'accusa di omicidio. Così, scoperta la condanna decisa dal giudice non ci sono stati dubbi: "Faremo appello, non siamo d’accordo con la qualificazione giuridica della vicenda", ha dichiarato l'avvocato Andrea Palmiero, difensore di Rajab. "La sentenza dimostra che poteva essere salvata", hanno poi specificato i legali della famiglia di Maddalena, gli avvocati Giorgio Boni e Matteo Policastri.
La tragica morte per overdose
Maddalena Urbani è morta il 27 marzo del 2021, per overdose. Secondo i medici legali che hanno esaminato il caso, la ragazza di sarebbe potuta salvare: l'ambulanza è stata chiamata soltanto 17 ore dopo il malore. La ragazza sarebbe stata lasciata morire nel letto dell'abitazione dello stesso Rajab, che l'aveva ospitata in casa e le aveva procurato la droga. All'epoca l'uomo si trovava agli arresti domiciliari per una condanna definitiva per droga: tre mesi dopo sarebbe tornato libero, ma la presenza delle ragazze in casa rappresentano una violazione del regime domiciliare. Con lei, a casa dello spacciatore, c'era anche l'amica e collega di lavoro che l'ha accompagnata da Perugia.