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Morte di Enzo Bondi: forse uno choc anafilattico. La moglie: “Se giocassi in cielo, morirei per tifarti”

Enzo Bondi, 39 anni influencer della Roma, è stato trovato senza vita sul Lungotevere dopo una cena con i suoi follower. Forse a ucciderlo uno choc anafilattico, ma si attendono i risultati dell’autopsia. Il saluto della moglie Rachel Terracina.
A cura di Redazione Roma
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Enzo Bondi è stato trovato senza vita nella notte tra giovedì 8 e venerdì 9 agosto su Lungotevere Dante, in zona San Paolo. L'uomo, 39 anni molto conosciuto come influencer della Roma con il nome di Kaiserjny, secondo i primi accertamenti sarebbe morto a causa di uno choc anafilattico, ma sarà l'autopsia a sciogliere ogni dubbio. Un ampio seguito su Instagram e Tik Tok, raccontavadelle possibili formazioni dei giallorossi, dei giocatori e del calciomercato, oltre che occuparsi di fantacalcio.

Giovane e in salute, la sua morte ha colto tutti di sorpresa. L'uomo lascia una moglie e tre figli. Rachel Terracina, la consorte che spesso partecipava ai suoi video, l'ha ricordato con un post toccante sui social network: "Se tu giocassi in cielo, morirei per tifarti". Una passione quella per il calcio e per la sua squadra del cuore, che l'uomo affiancava al lavoro nel mondo della comunicazione e della pubblicità.

Prima della morte Enzo Bondi si trovava a cena con un gruppo di follower e amici, tutti appassionati della As Roma. Un saluto prima delle vacanze, una reunion tra chi ancora si trova nella canicola della città prima del mare o della montagna. Nessuno si aspettava che quello fuori il locale sarebbe stato l'ultimo saluto al 39enne, che appariva sereno e in salute.

Sulla morte dell'influencer è stata aperta un'inchiesta dei carabinieri che hanno acquisito le telecamere di videosorveglianza della zona e ascoltato chi si trovava con lui prima del decesso. Dai primi riscontri non sembrano esserci dubbio che Bondi sia stato stroncato da un malore o da una violenta reazioni allergica, non essendo stati rinvenuti sul corpo traumi o segni di violenza.

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