Morte di Camilla Sanvoisin, una vicina: “Stava male ore prima di prendere la droga, nessuno l’ha soccorsa”

Camilla Sanvoisin stava già male dal pomeriggio di mercoledì scorso 12 febbraio, aveva la nausea e barcollava, ma nessuno l'ha soccorsa. È quanto sostiene la proprietaria del comprensorio in cui la venticinquenne abitava in affitto con il fidanzato Giacomo Celluprica alla Giustiniana, nel quadrante di Roma Nord. L'ottantaduenne ha raccontato che la sua donna delle pulizie l'avrebbe vista il pomeriggio precedente alla mattina del giorno in cui i poliziotti l'hanno ritrovata morta, che camminava in strada barcollando e che aveva i conati. Ciò sarebbe accaduto diverse ore prima della sera, di quando appunto, dalle dichiarazioni del fidanzato, avrebbe assunto dell'eroina, per poi mettersi al letto. La proprietaria del consorzio conosceva Camilla e suo padre, il produttore cinematografico Axel Sanvoisin, entrambi avevano vissuto lì per diverso tempo quando lei era bambina.
"Barcollava e aveva i conati"
Come riporta Il Messaggero la proprietaria del consorzio della Giustiniana colloca l'episodio temporalmente intorno alle ore 16 o 17 circa. La donna ha spiegato che Camilla, che stava visibilmente male, sarebbe anche passata davanti ad un ambulanza intervenuta nei pressi della sua abitazione per soccorrere un'altra vicina all'interno del comprensorio nella campagna romana, ma che nessuno le abbia chiesto se avesse bisogno d'aiuto.
Ma se è vero che Camilla stava male da molto prima di assumere la droga, perché ha deciso di prenderla? E perché il fidanzato non l'ha soccorsa? Domande alle quali cercheranno di rispondere gli inquirenti, sulla vicenda indagano gli agenti del Commissariato Flaminio Nuovo coordinati dalla Procura della Repubblica, per capire anche, tra le altre cose, se la venticinquenne qualora soccorsa in tempo, si sarebbe potuta salvare.
Attesa per i risultati esami istologici e tossicologici
Fondamentali sulla vicenda della morte di Camilla Sanvoisin saranno i risultati degli esami isologici e tossicologici, ad inizio settimana c'è stata l'autopsia sulla salma, che non ha rivelato segni di violenza, né fori da iniezione, tuttavia non si eslcude che possa aver assunto eroina fumandola. Il decesso sarebbe sopraggiunto a causa di un arresto cardiocircolatorio. L'ipotesi maggiormente presa in considerazione al momento è quella dell'overdose.