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Indagine sulla morte di Andrea Purgatori

Morte di Andrea Purgatori, i quattro medici indagati rischiano il processo

“Se avesse ricevuto in tempo la diagnosi, si sarebbe potuto curare”, in virtù di questo i quattro medici indagati per la morte di Andrea Purgatori rischiano di finire a processo.
A cura di Beatrice Tominic
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Chiuse le indagini della Procura di Roma sulla morte di Andrea Purgatori: i quattro medici indagati rischiano di finire a processo. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, infatti, il noto giornalista e autore sarebbe morto per "la negligenza dei medici". L'ipotesi della Procura è che, se soltanto avesse ricevuto una diagnosi appropriata e tempestiva, si sarebbe potuto curare.

La decisione è stata presa dal procuratore capo di Roma Francesco Lo Voi e del sostituto Giorgio Orano dopo i risultati dell'ultima perizia depositati nei mesi scorsi secondo i quali ci sarebbero stati alcuni "errori diagnositici" ad aggravare la salute di Purgatori, già malato di tumore ai polmoni.

Quattro medici esperti rischiano il processo per Andrea Purgatori

I medici indagati per la morte di Andrea Purgatori che rischiano il processo, come riporta il Corriere della Sera, sono i radiologi Gianfranco Gualdi, Claudio Di Biasi, Maria Chiara Colaiacomo e il cardiologo Guido Laudani. Fra loro, inoltre, Di Biasi sarebbe anche accusato di falso per aver tentato di nascondere l'errore diagnostico. I quattro avrebbero commesso un errore della diagnosi secondo la Procura, individuando delle metastasi inesistenti nel corpo di Purgatori che poi sono state curate con una radioterapia considerata superflua, secondo i medici che hanno svolto le ultime perizie.

Diversamente, invece, sarebbero state presenti "lesioni cerebrali di natura ischemica e di un quadro di embolizzazione pluriviscerale" che non sarebbero mai state trattate.

La morte per endocardite

Andrea Purgatori è morto a 70 anni, il 19 luglio 2023 a causa di un'endocardite, infezione dei tessuti cardiaci che, come sembrano confermare le perizie sul corpo del giornalista e autore, sarebbe stata curabile. L'ipotesi della cura errata era scattata fin dal giorno successivo alla morte.

Nel frattempo non hanno tardato ad arrivare i commenti da parte dei legali che difendono i medici a rischio processo. "Purgatori è morto per naturali complicanze di un gravissimo tumore polmonare con metastasi. Il mio assistito ha operato in ossequio alle buone pratiche", dichiara l'avvocato di Laudani, Nicola Madia, che si dice amareggiato. Una reazione simile quella dell'avvocato Fabio Lattanzi, che segue Di Biasi e Colaiacomo: "Sono convinto che il procedimento si chiuderà con un proscioglimento. I miei assistiti non hanno alcuna responsabilità".

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