Morte del trapper Saor, chiuse le indagini: “Abbandonato dal pusher in strada dopo overdose”
La Procura di Roma ha chiuso le indagini sulla morte del 29enne Christian Ballena, conosciuto con lo pseudonimo di Saor nella scena trap e tra i writers della capitale. Il giovane era stato trovato in strada all'alba del 19 maggio del 2019 in via Anassimandro a Torpignattara, inutili i tentativi di rianimarlo da parte del personale sanitario. La successiva autopsia confermerà quello che appariva evidente fin da subito: il ragazzo è morto di overdose a causa di un mix di stupefacenti consumati all'interno dell'abitazione dell'uomo per ore, forse addirittura per una giornata intera. L'esame tossicologico mostrerà tracce di cocaina, eroina e fentanyl nel corpo del ragazzo.
Ora è proprio il pusher di 40 anni che gli ha ceduto lo stupefacente a finire sotto accusa di averne provocato la morte come conseguenza di un altro reato. L'uomo non è accusato di aver ceduto la droga al 29enne, ma anche di averlo abbandonato in mezzo alla strada dopo che il giovane si era sentito male in casa sua, abbandonandolo in strada quando sarebbe già stato senza vita. Nei prossimi giorni i legali dell'accusato potranno scegliere di presentare una memoria difensiva o di far ascoltare il loro assistito per chiedere al giudice di archiviare il caso. Da quanto si apprende dal Corriere della Sera la famiglia Ballena si costituirà parte civile nel procedimento.
Il nome di Saor è stato al centro di un'altra vicenda: alcuni giorni fa al Pigneto uno street artist è stato aggredito proprio mentre era intento a coprire con un'opera un graffito di Ballena. Quando alcuni amici lo hanno notato hanno protestato con veemenza ingaggiando una colluttazione con gli organizzatori che successivamente hanno denunciato l'episodio come "razzismo". L'artista messicano coinvolto, Luis Alberto Alvarez, ha scritto successivamente un post di scuse sottolineando di non aver purtroppo saputo prima come quel graffito avesse un valore per tante persone, amici e amiche di Saor, pur stigmatizzando ovviamente l'aggressione subita.