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Francesco Vitale precipitato da un palazzo alla Magliana, fermato il 48enne Sergio Placidi

Un’altra persona è stata fermata per la morte di Francesco Vitale, il pr barese precipitato dal quinto piano di un palazzo a Magliana: si tratta di un uomo di 48 anni.
A cura di Beatrice Tominic
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Il pr Francesco Vitale e, a destra, il secondo fermato.
Il pr Francesco Vitale e, a destra, il secondo fermato.

Un'altra persona è stata fermata per la morte di Francesco Vitale, il pr barese precipitato dal quinto piano di una palazzina al civico 40 di via Pescaglia, nel quartiere della Magliana, a Roma lo scorso 22 febbraio.

Una settimana fa, i carabinieri che stanno indagando sul caso, avevano già fermato un uomo, un 37enne con precedenti penali con l'accusa di sequestro di persona a scopo di estorsione aggravato dalla morte dell’ostaggio. Oltre a lui, i militari hanno notificato il fermo ad una seconda persona, per emissione dalla Direzione Distrettuale Antimafia della procura di Roma: si tratta di un romano di 48 anni, Sergio Placidi, anche lui gravemente indiziato del reato di sequestro di persona a scopo di estorsione con l'aggravante del decesso della vittima.

Il fermo del 48enne

Il 48enne è stato rintracciato nella serata di ieri sulla via Pontina, a Pomezia, dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma in collaborazione con i colleghi del Reparto Territoriale di Aprilia e delle Compagnie di Roma Eur e Pomezia ed è stato trasferito nel carcere di Regina Coeli. Nel frattempo, continuano le indagini da perte dei militari di via dei Selci per acertare la dinamica dei fatti ed eventuali responsabilità ancora da chiarire.

Cosa è successo al pr precipitato dal quinto piano a Magliana

Entrambi i fermati sono gravemente sospettati di aver sequestrato il pr per più di 12 ore, nella notte fra il 21 e il 22 febbraio scorso: dopo la scoperta della morte di Vitale, si sono entrambi resi irreperibili. Secondo quanto emerso dalle prime indagini Vitale sarebbe arrivato a Roma insieme alla compagna e poi sarebbe stato rapito per un debito di circa mezzo milione di euro per affari di droga legati alla criminalità romana. Per questa ragione sarebbe stato portato nell'appartamento della Magliana, di proprietà di una persona incensurata già ascoltata dagli inquirenti. Non si conosce ancora, invece, la dinamica della caduta. Vitale potrebbe essere stato ucciso, ma non è escluso, invece, che sia stato lui a gettarsi nel vuoto per tentate di fuggire. Quando Vitale è precipitato dal palazzo, durante un primo sopralluogo, l'appartamento è stato trovato a soqquadro: setacciata con il luminol, nell'abitazione sono state rinvenute tracce di sangue e c'era odore di candeggina.

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