Morte Cranio Randagio, l’amico in aula: “La mattina era vivo, alla festa giravano solo spinelli”
"Vittorio alle otto di mattina era vivo, dormiva, l'ho visto con i miei occhi. Perdere un amico in questo modo è sconvolgente". Così un amico di Vittorio Bos Andrei, in arte Cranio Randagio, in una nuova udienza del processo per la morte del ragazzo, avvenuta il 12 novembre 2016 dopo una festa con alcuni amici alla Balduina. In aula sono stati ascoltati diversi testimoni, la maggior parte dei quali ha ripetuto la stessa versione: nessuno ha visto girare droghe pesanti nella casa di via Anneo Lucano, solo qualche spinello. Vittorio però, è morto per un mix di sostanze stupefacenti, secondo quanto rilevato dall'autopsia. "La sera della festa ho visto solo la cannabis – continuato il ragazzo – mi passarono una canna già accesa, ma non ho visto altre sostanze". "Quella sera tutti avevamo fumato spinelli, c'erano anche vino e birra – le parole di un altro ragazzo – ma non ricordo di avere visto altri tipi di droghe. Vittorio intorno alle 8 di mattina, poco prima che andassi via, stava sul letto, dormiva, nessun segnale che stesse male". In aula ha testimoniato anche un altro giovane, che ha conosciuto Vittorio solo quella sera: "C'era musica, girava qualche canna, ho visto Vittorio inalare una sostanza bianca e ho deciso di andarmene perché ho pensato che la festa poteva prendere una brutta piega".
La morte di Cranio Randagio alla festa con gli amici
Vittorio Bos Andrei sarà trovato morto la mattina successiva. Dopo due anni di indagini, tre suoi amici sono stati iscritti nel registro degli indagati: F. M., accusato di essere colui che ha portato la droga nell'appartamento, e altri due ragazzi accusati di favoreggiamento. Secondo l'accusa, avrebbero mentito per proteggere l'amico, affermando che in casa non girasse alcun tipo di sostanza stupefacente oltre a qualche spinello. Durante la scorsa udienza è emerso che i suoi amici lo avevano filmato mentre stava morendo.Ridevano e lo riprendevano, convinti che stese russando: ed è emerso invece che molto probabilmente il suo era un respiro agonico, gli ultimi spasmi del corpo prima di morire. Non si erano resi conto della gravità di quanto accaduto: non è escluso che se i soccorsi fossero stati chiamati in tempo, il 21enne si sarebbe potuto salvare.