Morte Cranio Randagio, la mamma: “Per me non ci sono colpevoli, ma voglio sapere cosa è successo”
È arrivata giovedì scorso la condanna nei confronti dei due amici di Vittorio Andrei, in arte Cranio Randagio, che si trovavano con lui nell'appartamento alla Balduina, quando è morto a causa di un mix di sostanze stupefacenti nel 2016. "È stata la droga ad ucciderlo, per me non esistono colpevoli – ha dichiarato la mamma di Vittorio a Fanpage.it – Però esiste la responsabilità: ognuno commette un'azione e ne è responsabile. Vittorio lo è stato e ha pagato il prezzo più alto."
Poi ha rivelato la sua più grande delusione: "Dopo sei anni, pensavo che i due ragazzi, che consideravano Vittorio un amico, che lo hanno visto morire davanti a loro, raccontassero cosa è successo. Più che la loro condanna– ha specificato – Volevo sapere cosa è successo in quelle ore e se Vittorio si sarebbe potuto salvare. Non mi interessava capire chi fossero gli spacciatori che, per mia etica, sono all'interno del meccanismo tanto quanto il consumatore: volevo solo sapere cosa è avvenuto quella sera." Invece, come ha dichiarato, anche stavolta i due sono stati evanescenti: "Hanno continuato a non parlare, anzi, hanno continuato ad addossare la colpa ancora a Vittorio. È stato in quel momento che ho sperato che, a carattere sociale ed educativo, ci fosse una condanna da parte del giudice: non è normale andare ad una festa e morire."
La ricerca delle prove
La mamma di Cranio Randagio ha continuato a commentare la tragedia: "Nessuno è colpevole in questa situazione: non è colpevole Vittorio che è morto e neppure loro che non sono riusciti a fare nulla per evitarlo. Mi sono resa conto, però, che alla fine di questi cinque anni non si è ancora capito nulla di cosa sia successo quella sera. Non c'è stata una narrazione chiara dei fatti. Le risposte dei testimoni sono sempre state boh, forse, non ricordo, non lo so."
Ha ricordato l'intervento di una ragazza, presente alla festa: "È lei che ha, invece, spiegato che in quella casa, c'era ogni sorta di droga: questo ha un po' ribaltato la situazione. Poi si è aggiunta la registrazione fatta dagli amici di Vittorio che hanno trovato uno dei due ragazzi in piazza Scotti la sera stessa della morte, mentre fumava e beveva tranquillamente una birra e, quando gli hanno chiesto spiegazioni, ha raccontato anche lui della droga. Questi, insieme alle telefonate, sono gli unici dati concreti, ma resta ancora poca chiarezza sull'ora della morte."
Le testimonianze e la droga
Nessuno ha saputo ricostruire chiaramente quanto accaduto: "In alcune testimonianze, i ragazzi dicevano che Vittorio si era accasciato, in altre di averlo trovato già viola, dopo essersi svegliati: questa confusione è rimasta, perché nessuno ha raccontato i fatti – ha spiegato la mamma del rapper – Le sole cose che hanno detto su Vittorio sono relative ai suoi spostamenti e a ciò avrebbe fatto con la droga: dove è andato, ciò che ha preso, cosa ha offerto loro. Io non ho mai detto che Vittorio è stato drogato, non metto in dubbio che abbia assunto droghe, ma non le ha assunte da solo. Quelle persone cosa hanno fatto, le hanno assunte anche loro? Quante, le stesse? Vittorio aveva qualcosa di diverso, se le sono scambiate?".
La mamma del rapper ha sempre valutato la droga la causa della tragedia: "Per la legge è fondamentale trovare un colpevole e stanno cercando gli spacciatori. Qualora Vittorio o i suoi amici fossero andati a comprare qualcosa o se, non si può escludere, fossero stati proprio loro a vendere qualcosa a Vittorio: per me già questa è una sconfitta. La vera tragedia è l'uso della sostanza che io non ho mai negato". Poi ha immaginato a come sarebbe andata se a morire non fosse stato Vittorio: "Avrei fatto di tutto per fargli raccontare la verità, anche se fosse stata la persona peggiore nella vicenda. Se fosse stato uno dei suoi amici a rantolare sarebbe stato uguale, la tragedia sarebbe stata identica".
Di Beatrice Tominic e Simona Berterame