Morta una 28enne incinta: ha contratto il Covid-19 e non era vaccinata
Una donna di ventotto anni incinta è morta, dopo aver contratto il Covid-19. La paziente, come dichiarato dall'Unità di Crisi Covid della Regione Lazio in una nota diffusa a mezzo stampa, non era vaccinata. Secondo le informazioni apprese la donna, che stava affrontando una gravidanza ed era giunta quasi al termine della gestazione, alla trentunesima settimana, ha manifestato i sintomi del virus il 29 dicembre scorso. Le sue condizioni di salute si sono aggravate, nonostante la giovane età, e hanno richiesto il ricovero ospedaliero.
La 28enne incinta aveva la polmonite bilaterale da Covid-19
Il 7 gennaio, dopo aver riscontrato difficoltà respiratorie, la ventottenne ha raggiunto il pronto soccorso ostetrico del Policlinico Umberto I, dove il 13 gennaio è peggiorata a causa della polmonite bilaterale da Covid-19, fino al decesso, avvenuto intorno alle ore 4 della notte tra il 20 e 21 gennaio. Il figlio che portava in grembo è stato fatto nascere con un parto cesareo d'urgenza, il neonato è prematuro ma fortunatamente è stabile e respira da solo. Ad informare del decesso l'ospedale, il quale ha avvisato l'Unità di Crisi Covid regionale.
"Assoluta importanza di vaccinarsi anche in gravidanza"
“Durante le fasi della degenza si è tentato di tutto per salvare la vita della giovane, compresa la terapia intensiva in ECMO (tecnica di circolazione extra-corporea) – si legge nella nota diffusa dall'Unità di Crisi Covid della Regione Lazio rispetto alla comunicazione della sua scomparsa – Ricordiamo l’assoluta importanza di vaccinarsi anche in gravidanza”.
Il vaccino in gravidanza è sicuro ed evita gravi complicazioni
L'agenzia europea del Farmaco (Ema) ha evidenziato che vaccinarsi in gravidanza non solo è sicuro, ma evita anche complicazioni alla mamma e al bambino nel caso in cui si dovesse entrare in contatto con il Covid-19. I vaccini a Rna messaggero – Pfizer e Moderna – infatti non provocano eventi avversi gravi, come aborti spontanei, nascite pretermine o effetti avversi nei bambini non ancora nati e come dimostrerebbe una revisione dettagliata di diversi studi che includono 65mila gravidanze in diverse fasi gestazionali.