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Morta Sonia Manzi, attivista per i diritti dei migranti. Baobab: “Sempre accanto agli ultimi”

Roma piange Sonia Manzi, attivista per i diritti umani, sostenitrice dei migranti e tra i fondatori di Baobab Experience. Tantissimi i messaggi che la ricordano “sempre accanto agli ultimi”.
A cura di Alessia Rabbai
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Sonia Manzi (foto Facebook di Federica Borlizzi)
Sonia Manzi (foto Facebook di Federica Borlizzi)

Sonia Manzi, attivista per i diritti umani e tra i fondatori di Baobab Experience, è morta. A comunicarlo pubblicamente è stata proprio l'associazione per la quale Sonia per anni si è fortemente adoperata, sempre accanto agli ultimi: "La prima schiavitù è la frontiera. Chi dice frontiera, dice fasciatura. Cancellate la frontiera, levate il doganiere, togliete il soldato, in altre parole siate liberi. La pace seguirà – scrive Baobab Experience citando Victor Hugo – Ci sono notizie che non si vorrebbero mai dare. Con Sonia muore un pezzo di Baobab Experience, la comunità di cui è stata fondatrice e a lungo colonna. Selam mengadí, Sonia, che sia un viaggio di pace".

Sonia Manzi aiutava i migranti libici

Sonia Manzi colonna portante di Baobab Experience per anni si è occupata di sostenere e supportare i migranti libici anche provenienti dalle carceri, con un passato di violenze e sfruttamento arrivati in Italia in transito nella Capitale, che spesso si trovavano a dormire in strada e ai quali vengono forniti cibo, vestiti e assistenza. Da qualche anno inoltre aveva fondato la nuova associazione umanitaria Pensare Migrante, che si occupa di dare assistenza sanitaria.

I messaggi di cordoglio a Sonia Manzi

Tantissimi i messaggi a lei dedicati che sono comparsi nelle scorse ore sui social network. "Sonia!!! Avevi un cuore grande con l'arcobaleno dentro e le braccia forti che sapevano abbracciare. Non ti dimentico" commenta Furio. Valentina scrive: "La vita continua, dice. Ma senza Sonia Manzi sarà più povera. Quel tuo sorriso insieme beffardo e solare, ma chi se lo scorderà mai, donna bella che sei". Sulla sua bacheca, l'ultimo post pubblico recita una strofa della canzone contro la guerra ‘L'abbigliamento di un fuochista' di Francesco De Gregori: "Figlio con un piede ancora in terra e l'altro già nel mare e una giacchetta per coprirti e un berretto per salutare e i soldi chiusi dentro la cintura che nessuno te li può strappare, la gente oggi non ha più paura, nemmeno di rubare".

Toccante il messaggio di Federica: "Quante cose sei stata, zia! Quante ancora potevi essere. Quanti volti hai incontrato sulla tua strada.
Quanti sorrisi complici hai donato. Quante mani hai stretto, quanti bambini hai cullato. Quanta bellezza in quella militanza che nasceva dalla rabbia, dall’amore e non dalla mera compassione. Sonia era dignità e forza dinanzi al dolore proprio e altrui. Era cura e sorellanza. Era l’essere cinica e dissacrante. Era quella leggerezza che “non è superficialità ma planare sulle cose dall’alto” – citando Calvino – nel continuo esercizio di liberarsi dai “macigni sul cuore”. Ciao zia. Ti prometto che terremo alta la bandiera dell’irriverenza. Ti prometto che terremmo in serbo quella rabbia e quell’amore, per riversarle contro ogni forma di oppressione".

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