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Morta per un’infezione contratta al Policlinico Umberto I: risarcimento ai figli di 350mila euro

La donna, malata di tumore, era stata ricoverata nel reparto di chirurgia nel marzo 2013: proprio là ha contratto l’infezione risultata fatale, anche a causa del ritardo nell’individuazione dei germi.
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Era stata ricoverata nel reparto di chirurgia dell'ospedale Policlinico Umberto I di Roma. Ma proprio all'interno della sezione aveva contratto una serie di infezioni che l'hanno portata alla morte, all'età di 64 anni. Questa, secondo il Tribunale di Roma, la ricostruzione dei fatti: a 10 anni di distanza, i due figli della donna riceveranno un risarcimento di circa 350mila euro. Lo riporta Repubblica.

Il tumore e poi l'infezione

I fatti risalgono ai primi mesi del 2013, esattamente 10 anni fa. Alla donna, 64enne proveniente dal cassinate (provincia di Frosinone), è stato diagnosticato un tumore alle ovaie: si sottopone a una serie di cicli di chemio e le sue condizioni di salute sono già abbastanza precarie quando nel mese di marzo viene infine ricoverata nel reparto di chirurgia del Policlinico Umberto I, nella Capitale. Ma, secondo quanto ormai stabilito dai giudici, è proprio all'interno dell'ospedale che la donna contrae delle infezioni, poi risultate fatali. Sempre sulla base di quanto si legge sulle pagine di Repubblica, i tamponi rilevano la presenza di alcuni germi nosocomiali come candida e Klebesiella: data la sua condizione iniziale, già debilitata, queste infezioni causate dalla carenza di norme igieniche portano alla morte della paziente. A pesare, sempre secondo il parere dei giudici, anche il ritardo con cui la presenza dei germi viene individuata.

La sentenza

Chiara la sentenza della giudice Raffaella Vacca della 13esima sezione civile del Tribunale di Roma: "Dopo il primo intervento, i sanitari avrebbero dovuto trattenere in isolamento la paziente, le cui condizioni cliniche erano già precarie. Bisognava preservarla dal rischio di contagio di infezioni piuttosto che ritrasferirla nel reparto di provenienza, in una stanza condivisa con altri pazienti". La giudice ha quindi accolto la richiesta degli avvocati Giovanni Di Murro e Michela Perrozzi e condannato il Policlinico Umberto I a risarcire i figli della donna morta per un caso di malasanità, con una cifra pari a circa 350mila euro.

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