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Morta la moglie del manager di Rinaldi al Quirinale: aveva appena partorito la terza figlia

Vincenzo Rinaldi ha annunciato con queste parole, su Facebook, la scomparsa della moglie: “Amore mio, non mi puoi lasciare così. Cosa gli dico ai nostri tre gioielli? Eri te la nostra colonna portante”.
A cura di Enrico Tata
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È morta a 38 anni, pochi giorni dopo aver partorito il terzo figlio, la moglie di Vincenzo Rinaldi, il general manager di Rinaldi al Quirinale, uno dei più famosi ristoranti di Roma. Politici, personaggi dello spettacolo, volti famosi dello sport: tutti sono passati da Rinaldi, da Francesco Totti a Ilary Blasi, da Paulo Dybala a Marcell Jacobs, dal ministro Crosetto all'ex presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.

Rinaldi ha annunciato con queste parole, su Facebook, la scomparsa della moglie: "Amore mio, non mi puoi lasciare così. Cosa gli dico ai nostri tre gioielli? Eri te la nostra colonna portante".

Rinaldi e il suo avvocato, Erdis Doraci, hanno presentato una denuncia ai carabinieri per capire le ragioni della scomparsa prematura della moglie. La donna, si legge nella denuncia, “lamentava malessere consistente in dolore con prurito e sfogo al petto, nausea e stato di affanno” nei giorni prima del parto. Poi è stata ricoverata, per dare alla luce la sua bambina, l'1 ottobre e la piccola è nata il giorno seguente, il 2 ottobre, al policlinico Gemelli di Roma. Dopo qualche giorno è stata dimessa.

Quei malesseri manifestati prima del parto, però, sono continuati anche dopo, tanto che la sera del 7 ottobre Rinaldi è costretto a chiamare il 118, con l'ambulanza che è arrivata dopo circa mezz'ora: "Dopo averle praticato manovre di rianimazione partivano con lei verso l’ospedale di Monterotondo". Dopo venti minuti "usciva un medico e mi comunicava che purtroppo non c’è stato nulla da fare”.

Come detto, Rinaldi ha presentato una denuncia per accertare i motivi del decesso della moglie. Ai microfoni di RomaToday la direzione sanitaria del Gemelli precisa: "Nell’esprimere la vicinanza alla famiglia per la perdita di una persona così cara, si ritiene di poter affermare, sulla base degli elementi complessivamente disponibili, che la morte della signora sia avvenuta per cause naturali, non prevenibili né ricorrendo al prolungamento della ospedalizzazione, né ampliando il ventaglio della terapia prescritta a domicilio".

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