video suggerito
video suggerito

Morta dopo liposuzione, parla una ragazza operata dal chirurgo: “A 18 anni mi ha rovinato le gambe”

Dopo quanto successo a Simonetta Kalfus, morta dopo un intervento di liposuzione, un’altra ragazza operata dallo stesso chirurgo ha voluto raccontare la sua storia: “Mi ha rovinato le gambe”.
A cura di Natascia Grbic
484 CONDIVISIONI
Simonetta Kalfus
Simonetta Kalfus

"Quando mi tolsi le fasce alle gambe, vidi le ferite. Avevo degli avvallamenti, dei buchi che nel tempo sono rimasti tali. La liposuzione ti aspira il grasso, ma nel mio caso le gambe erano rovinate". A parlare è Marzia Caricati, una ragazza che anni fa si è sottoposta a un intervento di liposuzione con il chirurgo Carlo Bravi, lo stesso che ha operato Simonetta Kalfus, la donna deceduta il 18 marzo a causa di una grave sepsi. Era il 2016: la giovane, ha spiegato, all'epoca non ha sporto denuncia perché profondamente imbarazzata dalla situazione. Ma dopo quello che è successo alla 63enne, ha chiesto la sua cartella clinica.

"Sono stata dieci giorni in convalescenza. Ho avuto un attacco di panico quando ho visto il risultato. Mi vergognavo, l’avevo fatto contro il parere dei miei genitori, e fatto anche male. Mi sono sentita in colpa", ha spiegato, in un'intervista rilasciata a la Repubblica. Caricati racconta il motivo per cui si sarebbe rivolta a Bravi: i prezzi bassi, che quindi anche lei avrebbe potuto sostenere, nonostante la contrarietà dei genitori. "Ho vissuto la cosa in silenzio – ha poi aggiunto – Ho fatto un lungo percorso psicologico. Solo anni dopo mi sono rifatta le gambe con un altro chirurgo. Ho sempre pensato che quell’intervento non fosse stato fatto bene".

Carlo Bravi è indagato per omicidio colposo insieme a un medico anestesista e un dottore pronto soccorso del Sant’Anna di Pomezia. Il chirurgo ha alle spalle una condanna per lesioni colpose a una paziente per un intervento al seno: ieri i Nas hanno sequestrato lo studio di via Tito Labieno a Cinecittà dove è stato eseguito l'intervento su Simonetta Kalfus. La 63enne ha cominciato a sentirsi male pochi giorni dopo l'operazione. Portata prima al Sant'Anna di Pomezia, è stata dimessa perché i suoi dolori furono sottovalutati e scambiati con un normale decorso post operatorio. Tornata a casa, si è sentita di nuovo male: qui il trasferimento d'urgenza al Grassi di Ostia, dove i medici hanno capito la gravità della situazione e fatto di tutto per aiutare la donna. Ormai però, era troppo tardi. La figlia, sapendo che non c'era più nulla da fare, si è quindi recata dai carabinieri per sporgere denuncia. Kalfus morirà il 18 marzo, dodici giorni dopo l'operazione.

484 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views