Montino e Cirinnà vogliono i 24mila euro trovati nella cuccia del cane
Ventiquattromila euro in mazzette di banconote conservate dentro diversi involucri di plastica e nascoste nella cuccia del cane di Esterino Montino e Monica Cirinnà a Capalbio in Maremma. Il caso – che avevo coinvolto la senatrice dem e il sindaco di Fiumicino la scorsa estate – oggi, un anno dopo, torna alla ribalta delle cronache per la richiesta di farsi consegnare il denaro rinvenuto fortuitamente. "Si trovava nella mia proprietà", è la giustificazione addotta dalla senatrice che ora vuole il denaro di cui ha sempre ribadito (assieme al marito) di non conoscere l'origine. Cirinnà però non intenderebbe però versare le banconote sul conto in banca promette, ma utilizzare i soldi per sostenere il Centro antiviolenza Olympia de Gouges di Grosseto, che sostiene le donne vittime di abusi.
Sia come sia il giudice non è d'accordo: pur avendo archiviato l'inchiesta sulla provenienza del denaro (48 banconote da 500 euro), ne ha deciso la confisca. La cuccia del cane si trova piuttosto lontano dal corpo dell'abitazione all'interno della CapalBio Fattoria – l'azienda agricola di proprietà dei coniugi Montino Cirinnà – e la coppia, informata del ritrovamento durante dei lavori in loro assenza dal figlio maggiore del sindaco di Fiumicino, aveva ipotizzato che fossero stati occultati nella cuccia da qualche banda di pusher della zona.
Possibilità che non ha mai convinto gli inquirenti e che non è si è mai riuscito a verificare. Quindi, stabilito che non si sa di chi sono i soldi, i giudici ha deciso che saranno confiscati nonostante la richiesta della senatrice di entrarne in possesso.
Cirinnà: "Basta notizie false, non ha mai chiesto che mi venissero restituiti i soldi"
Monica Cirinnà ha pubblicato su Facebook un lungo post in cui smentisce di aver chiesto la restituzione dei 24mila euro. Queste le parole dell'esponente del Pd:
"Vedo con rammarico che alcuni giornali tornano, con gravi imprecisioni, su fatti dei quali sono stata vittima un anno fa. Domani Il Messaggero pubblicherà una mia lettera, ma intanto ci tengo a smentire notizie non vere. Da quasi un anno spiego a chiunque che la cuccia dove sono stati ritrovati dei soldi in contanti era in disuso da anni ed era ai margini della nostra proprietà, in un luogo aperto al pubblico transito, non visibile dalla nostra abitazione e a ridosso della strada provinciale. Ho da subito avvisato i carabinieri e, una volta archiviata l'indagine senza che sia stato possibile risalire ai proprietari dei soldi, ho semplicemente comunicato attraverso il mio avvocato al giudice, come prevede la legge, cosa avrei fatto nel caso in cui caso i denari mi fossero consegnati.Non restituiti, perché, appunto non sono miei.Smentisco, dunque, i virgolettati che mi sono stati attribuiti. Chi fa informazione sa quanto sia importante la scelta delle parole.
Ho detto chiaramente che quei soldi sarebbero andati in beneficienza all'Associazione Olympia de Gouges che si occupa di violenza sulle donne nel territorio della bassa Maremma. Sono molto dispiaciuta che vengano tirate in ballo vicende private della mia famiglia che niente hanno a che vedere con questa storia. Io e la mia famiglia non siamo mai stati coinvolti nell'indagine che ha riguardato quei soldi. Indagine, ribadisco, archiviata. Ed è altrettanto falso sostenere che io volessi denunciare nostro figlio Fabio, che è per me appunto un figlio, per avere i soldi rinvenuti nella nostra proprietà. Purtroppo, la circolazione di notizie non vere, inesatte, incomplete e distorte sta generando un'ondata di reazioni violente nei confronti della mia persona e della mia famiglia che infangano il mio lavoro e il mio impegno politico.