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Elezioni comunali Roma 2021

Monica Lozzi è la candidata di REvoluzione Civica: “Continuiamo il percorso abbandonato dal M5S”

La presidente uscente del VII Municipio è in corsa per il Campidoglio alla guida della sua nuova formazione politica REvoluzione Civica. Delusa dal M5S, che ha lasciato in aperto contrasto con Virginia Raggi vuole “lavorare per la città senza troppe ideologie”: chiede più potere per i Municipi e una burocrazia più snella.
A cura di Luca Ferrero
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Monica Lozzi è la candidata a sindaca di Roma di REvoluzione Civica. Ha fondato questa formazione politica nel 2020, dopo aver lasciato il M5s in aperto contrasto con la sindaca Virginia Raggi. Per Lozzi, "il Movimento ha fallito", ma il cammino intrapreso, e poi abbandonato, deve essere continuato. Ha deciso di proseguire da sola, assieme a diversi attivisti delusi. Assistente giudiziario al Tribunale Ordinario di Roma dal 1996, nel 2013 è entrata tra le fila del Movimento 5 Stelle nel consiglio del VII Municipio. Alle elezioni del 2016, viene eletta presidente. Alla guida del municipio più popoloso della città per cinque anni, è ricordata per il ruolo giocato nell'abbattimento delle villette dei Casamonica al Quadraro. Da sindaca vorrebbe continuare la battaglia per la legalità e non solo.

Dopo essere stata presidente del VII Municipio, oggi partecipa alla corsa per il Campidoglio. Perché ha deciso di candidarsi e cosa porta con sé della precedente carica?

Io e la mia squadra abbiamo scelto di candidarci perché al governo del VII Municipio abbiamo maturato capacità, competenze e soprattutto un’esperienza importante che può essere un valore aggiunto per la capitale. In questi anni, abbiamo capito che senza un vero decentramento amministrativo, che dia competenze ma anche autonomia finanziaria ai municipi, Roma non riesce a funzionare. Dobbiamo portare a casa quel decentramento che da tempo viene tanto dichiarato ma mai realizzato. I soldi dei cittadini devono essere investiti con priorità nei territori municipali.

Ha lasciato il M5S nel 2020 per fondare REvoluzione Civica. Come nasce l’esigenza di fondare una nuova formazione politica? Qual è il suo valore aggiunto?

REvoluzione Civica è una lista indipendente, che non rientra nel circuito dei classici partiti di centrodestra e centrosinistra. Il valore aggiunto è quello che doveva essere il valore aggiunto del Movimento. Quindi un partito libero che vuole lavorare sui temi della città senza troppe ideologie, mettendo al primo posto gli interessi dei cittadini e dei territori. Noi continuiamo il percorso abbandonato dal M5s, che non è più un movimento di cambiamento, né culturale né politico. Crediamo che una politica fatta da persone che conoscono la materia e che vogliono risolvere i problemi. Credo che questo sia un valore aggiunto e funzionale per la città.

Ha spesso rivendicato il suo personale merito nell’abbattimento delle villette dei Casamonica. Da sindaca, come contribuirebbe alla lotta contro la criminalità?

Il compito di un comune non è quello di combattere la criminalità. È proprio questo che contesto spesso alla sindaca, che ha trasformato un’operazione di abusivismo edilizio in una battaglia alla criminalità organizzata. Abbiamo le forze dell’ordine e la magistratura che si occupano di questo. Il Comune di Roma deve far rispettare le proprie regole nelle proprie competenze. L’abusivismo edilizio è una di quelle: il non esserci girati dall’altra parte, come era stato fatto per 35 anni, naturalmente ha dimostrato ai cittadini che tutti sono uguali per l’amministrazione comunale. Come VII Municipio, abbiamo deciso di lavorare sull’abusivismo edilizio, dove noi avevamo circa 3000 pratiche in arretrate. Le più vecchie erano quelle della famiglia Casamonica e noi abbiamo semplicemente deciso di fare il nostro dovere. Ma nelle competenze del comune rientra anche il problema della corruzione nelle strutture amministrative. Dobbiamo aumentare i controlli, magari anche a campione, non solo su bandi, ma anche sul regolare svolgimento delle attività amministrative. La politica deve esercitare una funzione di indirizzo ma anche di controllo dell’amministrazione pubblica.

Come immagina Roma nel futuro prossimo?

Sicuramente deve essere una città accessibile, che possa agevolare a tutti la fruizione dei servizi pubblici. Ad esempio, le barriere architettoniche, dopo trent’anni dall’approvazione delle leggi, sono ancora tante in città. Poi una Roma più moderna: bisogna lavorare sulla digitalizzazione e facilitare da un punto di vista informatico l’accesso ai servizi. E deve essere una Roma con una burocrazia più snella, e per fare questo dobbiamo rendere efficienti tutte le strutture pubbliche partendo dai municipi.

Come agirebbe concretamente sulla questione dei rifiuti e su quella dei trasporti?

Sui rifiuti andando ad individuare le aree per i nuovi impianti e nel realizzarli. Poiché i tempi sono lunghi, intanto bisogna spingere sulla raccolta differenziata. Ad esempio, possiamo utilizzare compostiere di comunità per intercettare il rifiuto umido all’origine: questo ci permetterebbe di non caricare più Ama della parte più inquinante. Lo abbiamo già fatto, ad esempio, in una scuola del Municipio VII: il compost che viene fuori dalla compostiera va ad alimentare un orto didattico, in un ciclo chiuso.Poi dobbiamo potenziare il sistema di raccolta porta a porta e fare una raccolta stradale presidiata, laddove non si possa fare il porta a porta spinto, Per quanto riguarda i trasporti dobbiamo cominciare a tirare fuori dai cassetti tutte quante le progettazioni che già ci sono del trasporto su ferro. Si deve mettere a sistema la rete ferroviaria e tranviaria, soprattutto lavorando in collaborazione con la Regione. Basterebbe realizzare dei piccoli collegamenti di rete ferroviaria, soprattutto nell’anello circolare, che potremmo utilizzare come mezzo alternativo all’auto, e sicuramente come punto centrale di una mobilità attorno alla quale si può sviluppare anche il trasporto su gomma.

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