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Modella scambiata per narcos: tre mesi in carcere da innocente, chiesto risarcimento di 100mila euro

La giovane era stata accusata da una conoscente, beccata a Fiumicino con un carico di cocaina. La sua carriera è stata distrutta.
A cura di Natascia Grbic
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Ha trascorso quasi tre mesi in carcere, accusata di essere una narcotrafficante: e invece Greta, modella di 24 anni, nulla aveva a che fare né con gli ambienti della criminalità organizzata, né con lo spaccio di cocaina che le veniva contestato. Le accuse nei confronti della giovane erano talmente infondate che non è stata neanche rinviata a giudizio. Nonostante il lieto fine, la giovane è rimasta con una carriera di modella ormai distrutta e frequenti attacchi di panico che non la fanno dormire la notte. La vicenda è riportata da Il Messaggero, che spiega come l'avvocato di lei, Massimiliano Scaringella, adesso ha inoltrato una richiesta di risarcimento di ben 100mila euro per quanto avvenuto. Il 22 febbraio i giudici quarta sezione penale della corte d'Appello di Roma decideranno se accogliere o meno la richiesta della giovane.

L'incubo per la ragazza è cominciato nel 2019. La giovane, modella ungherese che stava spiccando il volo, era di passaggio in Italia. Già partecipante a Miss Ungheria, concorrente a Miss Universo in Cina e vincitrice della fascia di Miss Turismo, si trovava a Roma prima di prendere un aereo per Tokyo, dove era previsto un servizio fotografico. Quel giorno per lei, si è però rivelato un incubo. Una sua conoscente è stata fermata all'aeroporto con un carico di cocaina: la ragazza ha dichiarato che era per Greta, che si trovava in un albergo di Roma. Raggiunta in hotel dalle forze dell'ordine, è stata arrestata e portata nel carcere di Civitavecchia con l'accusa di spaccio internazionale di droga. Ci è rimasta quasi tre mesi: una volta rilasciata, è dovuta però rimanere in Italia per l'obbligo di firma alla polizia giudiziaria. Inutile dire che per lei non c'è stato più nessun servizio fotografico in Giappone né richieste di lavoro. Dopo dieci mesi, il giudice ha deciso di non rinviarla nemmeno a processo. Adesso, a distanza di tre anni, i giudici dovranno decidere sulla richiesta di risarcimento avanzata dalla giovane, che ha visto sfumare il sogno di una carriera nella moda.

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