Mirella Gregori, 40 anni fa la scomparsa della ragazza: perché è legata al caso Emanuela Orlandi
Mirella Gregori ed Emanuela Orlandi. Due scomparse misteriose, una storia legata, forse, da un filo comune. Quasi coetanee, entrambe sono sparite nel nulla nel 1983, 40 anni fa. Mirella il 7 maggio, un mese prima di Emanuela. Recentemente il Parlamento ha approvato la proposta di istituire una commissione di inchiesta sui casi Orlandi e Gregori.
La scomparsa di Mirella Gregori a Roma
Mirella Gregori viveva con i suoi genitori in via Nomentana. Il giorno della scomparsa va a scuola, torna a casa intorno alle 14 e qualcuno suona al citofono: dice di essere Alessandro, un amico, ma forse è uno sconosciuto. Lei gli propone di incontrarsi alle 15 e dice alla mamma di avere un appuntamento a Porta Pia con un vecchio compagno di classe (che nega di averla mai incontrata). Da quel momento Mirella Gregori sparisce nel nulla. La famiglia sporge denuncia e nel corso della notte la sorella, il fidanzato di quest'ultima e un amico la cercano in tutti gli ospedali, senza trovare alcuna traccia.
Perché il caso è legato a quello di Emanuela Orlandi
Il caso della scomparsa di Mirella Gregori ha cominciato ad essere collegato con quello di Emanuela Orlandi dopo tre mesi dalla scomparsa. La madre di Mirella riconosce in una foto pubblicata dai giornali sui possibili rapitori di Emanuela Orlandi due "brutti ceffi" che si sarebbero intrufolati nel bar dei Gregori pochi giorni prima della scomparsa. "Avevano fatto un cenno verso mia figlia", la tesi della signora Vittoria".
In un'intervista rilasciata a Vanity Fair la sorella di Mirella, Maria Antonietta, ha dichiarato in merito al possibile collegamento tra i due casi: "Chissà, potrebbe anche esserci, magari quella foto del Papa Wojtyła è un indizio. Avevano visto Mirella parlare con la guardia del corpo del Papa, che abitava vicino da noi. Ma da qui a vederci dei nessi tra le due storie ce ne vuole. Magari la pista è tutt'altra: non dimentichiamoci che allora si parlava ancora della tratta delle bianche, un traffico criminale di donne da avviare alla prostituzione in Paesi stranieri".
L'appello di Papa Giovanni Paolo II il 28 agosto 1983
Durante l'Angelus del 28 agosto del 1983 papa Giovanni Paolo II fa riferimento al caso delle scomparse di Mirella Gregori ed Emanuela:
Vi invito a pregare il Signore e la Vergine Santa per tutte le persone, specie giovani ragazze, che sono state sequestrate o che sono misteriosamente scomparse e per i loro familiari. In modo particolare il mio pensiero va a Emanuela Orlandi e a Mirella Gregori, la cui sparizione, da troppo tempo ormai, causa tanta pena alle rispettive famiglie, e grande perplessità nell’opinione pubblica. Sono tanto vicino ai genitori delle giovani studentesse, condividendo la loro ansia indicibile. E prego il Signore affinché tocchi il cuore di coloro che dicono di trattenere quegli esseri innocenti e indifesi, come sempre prego anche per la persona del mio attentatore.
La pista legata ad Ali Agca, l'attentatore del Papa
Qualche giorno prima, il 4 agosto, un comunicato siglato Turkesh, fronte turco anticristiano recita: "Mirella Gregori? Vogliamo informazioni. A queste condizioni la libereremo". In cambio della ragazza si chiedeva la liberazione dell'attentatore del Papa, Ali Agca.
Quest'ultimo ha spiegato la sua versione dei fatti in una lunga lettera inviata a Pietro Orlandi. Questo il passo che riguarda Mirella Gregori:
L’Impero sovietico, guidato da un governo di satanisti atei, doveva cadere! Ogni azione compiuta da papa Giovanni Paolo II era rivolta a questo preciso scopo e in questo modo va interpretata. Serviva che tutto il mondo credesse all’assoluta malvagità dell’Unione Sovietica, l’impero del male, e quale era una occasione migliore di quella di accusarlo del tentato omicidio del Santo Padre ?! E qui entro in gioco io, Wojtyla in persona voleva che io accusassi i Servizi segreti bulgari e quindi il KGB sovietico. Il premio per la mia collaborazione, che loro mi offrirono e che io pretendevo, era la liberazione in due anni. Io potevo essere liberato tuttavia solo a condizione che il Presidente Sandro Pertini mi concedesse la grazia ed esattamente per questa ragione Emanuela e Mirella vennero rapite. Emanuela Orlandi, cittadina vaticana, forniva a Wojtyla il pubblico pretesto per intercedere presso Pertini per la mia liberazione e Mirella Gregori, cittadina italiana, e la sua famiglia, costituiva la vera e propria arma di pressione e di ricatto contro Pertini. Ostaggi!
Papa Wojtyla in persona ordinò che le due ragazze venissero prese e si servì di qualcuno fidatissimo per eseguire l’operazione in modo da non lasciare alcuna traccia. Il rapimento di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori furono decisi dal Governo vaticano ed eseguiti da uomini di ENTITA’ vicinissimi al Papa. La trattativa pubblica era ovviamente una sceneggiata ben orchestrata da pochi alti prelati operanti all’interno dei servizi vaticani. Il Fronte Anticristiano Turkesh non è mai esistito, sigla fasulla dietro cui si celava il SISDE.
Pochi giorni dopo l'appello del Papa, era settembre, qualcuno telefona al bar ‘Coppa d'oro' dei Gregori e descrive esattamente l'abbigliamento che indossava Mirella al momento della scomparsa: "Maglieria Antonia, jeans Redin con cintura, maglietta intima di lana, scarpe con il tacco di colore nero lucido marca Saroyan di Roma".
Le telefonate dell'Americano
Ci sono poi le telefonate dell"Americano'. In una comunica la morte della ragazza: "Mirella Gregori… non abbiamo nulla da fare. Prepara i genitori a questo… non esiste più nessuna possibilità. Questo io ti dico". In un'altra chiese ai genitori di intercedere l'allora presidente della Repubblica Pertini per la liberazione di Ali Ağca in cambio di notizie su Mirella. L"Americano' è la stessa persona che il 5 luglio del 1983 telefonò a casa Orlandi promettendo la liberazione di Emanuela in cambio della scarcerazione di Ali Agca.
L'accusa a Raoul Bonarelli, guardia del corpo del Papa
Non ci sono più colpi di scena fino al 1985, quando la mamma di Mirella riconosce un uomo della scorta di papa Giovanni Paolo II. Raoul Bonarelli avrebbe avvicinato in più occasioni la figlia e la sua amica Sonia in un bar vicino casa. Sonia De Vito (la sua posizione è stata prosciolta) avrebbe dichiarato in una conversazione intercettata dal Sisde che il rapitore conosceva entrambe. Nella lettera inviata a Orlandi, Ali Agca fa riferimento anche a Sonia:
Rivolgo infine un accorato appello a Sonia de Vito, l’amica di Mirella, affinché dica la verità! Il nome di quel “lui” che se non avesse preso Mirella, la tua migliore amica, avrebbe preso te. Non avere paura, adesso non corri più nessun rischio, grazie a Netflix, il mondo li sta guardando, ci sta guardando, ormai hanno le mani legate, tu puoi ottenere giustizia per Mirella e puoi fare la storia! Dipende solo da te!
Bonarelli fu convocato in procura, ma prima del colloquio fu intercettato mentre chiedeva ai suoi superiori cosa avrebbe dovuto raccontare ai magistrati. Otto anni dopo ci fu un confronto tra Bonarelli e la madre di Mirella, ma quest'ultima disse che non era lui l'uomo che aveva riconosciuto all'epoca. "Mia madre ai tempi del riconoscimento stava già male, da lì a poco ci avrebbe lasciati. È anche probabile avesse avuto paura di ritorsioni perché aveva un’altra figlia. Ma ci può stare che non l’abbia riconosciuto, quel confronto è avvenuto otto anni dopo la sua denuncia ai carabinieri, non dopo una settimana", ha raccontato la sorella di Mirella.
Le telefonate a Chi l'ha visto?
C'è poi un'ultima pista legata alla scomparsa di Mirella Gregori: le telefonate ricevute negli anni dalla trasmissione Rai ‘Chi l'ha visto?'. Nel 2005 un uomo ha chiamato per chiedere di indagare sulle ragioni della sepoltura di Enrico De Pedis, boss della Banda della Magliana, nella Basilica di Sant'Apollinare: "Riguardo al fatto di Emanuela Orlandi, per trovare la soluzione del caso andate a vedere chi è sepolto nella cripta della Basilica di Sant'Apollinare e del favore che Renatino fece al Cardinal Poletti all' epoca. E chiedete al barista di via Montebello, che pure la figlia stava con lei… con l'altra Emanuela". In via Montebello, c'era il bar della famiglia Gregori.
Nel 2011 arriva un'altra chiamata anonima: "Non posso al momento attuale né lasciare un recapito né il mio nome. Telefono a proposito del caso di Orlandi-Gregori, dove due scomparse sono opera della stessa mano. Un’esca interna al Vaticano nel caso Gregori, e un informatore sempre interno al Vaticano nel caso Orlandi. Basta che andiate a rivedere la storia e soprattutto cercate di riparlare con (…) amica di Mirella Gregori, lei sa chi è stata l’esca che l’ha fatta rapire. Ok? Vi richiamerò".