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Minaccia di morte e raggiunge a casa la ex nonostante il braccialetto elettronico: “Ti ammazzo”

È finito in carcere un uomo che ha minacciato di morte la ex. Nonostante avesse il braccialetto elettronico, l’ha raggiunta a casa.
A cura di Alessia Rabbai
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Immagine di repertorio
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Ha raggiunto la ex a casa, minacciandola di morte, nonostante avesse il braccialetto elettronico e dovesse starle lontano almeno un chilometro. Ha rischiato di finire in tragedia un episodio di violenza domestica avvenuto in un'abitazione di Fidene nella mattinata di ieri, mercoledì 18 settembre. Ad intervenire mettendo al sicuro la donna sono stati gli agenti della polizia di Stato del Commissariato Villa Glori. L'uomo ora si trova nel carcere di Regina Coeli, a disposizione dell'Autorità giudiziaria.

Secondo quanto ricostruito finora l'uomo, un trentenne, un anno fa aveva ricevuto il braccialetto elettronico, perché accusato di maltrattamenti nei confronti della compagna, che aveva picchiato anche davanti agli occhi della loro figlia di tre anni. Una spirale di violenza quella in cui era costretta la donna, che è culminata con la misura cautelare. Un provvedimento che gli permetteva comunque di restare in libertà, pur con le dovute limitazioni per la sicurezza della ex: non avrebbe dovuto avvicinarsi alla sua abitazione né ai luoghi da lei frequentati, affinché appunto dopo le precedenti violenze che c'erano state potesse esserne garantita l'inculmità.

Lui questo lo sapeva bene e sapeva anche che il braccialetto elettronico avrebbe avvisato le forze dell'ordine qualora lui si fosse avvicinato alla ex. Ma ciò non lo ha fatto desistere dal farlo. L'ha raggiunta a casa, prendendo a calci la porta e urlandole contro "Ti ammazzo". Lei spaventata si è barricata all'interno dell'abitazione e ha chiamato il Numero Unico delle Emergenze 112, segnalando appunto che l'ex violento era fuori alla porta di casa sua e che avrebbe fatto di tutto per entrare. I poliziotti già allertati dal dispositivo in breve tempo sono arrivati e l'hanno bloccato, portandolo in commissariato e poi in carcere su disposizione del magistrato.

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