Minacce e offese per riavere i figli che il Tribunale ha affidato alla zia: arrestato per stalking
Si è presentato sotto casa della sorella armato di bastone e, al rifiuto della donna di aprirgli, ha cominciato a colpire ripetutamente la porta dell'abitazione. È stato trovato così dagli agenti, mentre si accaniva contro il portone pretendendo che i figli tornassero a stare da lui, dopo che una sentenza del Tribunale li aveva affidati alla zia. Arrestato, l'uomo è accusato di stalking nei confronti della sorella. Lo riporta il Corriere della Sera.
La "battaglia" per l'affido dei figli
Un uomo di circa quaranta anni viene fermato dagli agenti mentre percuote la porta di casa della sorella con un "rudimentale randello". Le sue urla, le ripetute minacce e la violenza mostrata spaventano la donna che allerta le forze dell'ordine che accorrono sul posto. All'arrivo, gli agenti scoprono che quell'escalation è solo l'ultimo di una lunga serie di atti persecutori rivolti contro la sorella, "colpevole" a suo dire di aver ricevuto in affido i suoi figli.
Secondo quanto riferito dalla donna, infatti, la vicenda inizia con la separazione turbolenta dell'uomo dalla moglie: quest'ultima sparisce e i figli restano a vivere con il padre, che però non gli dedica sufficienti attenzioni. È quanto stabilito dai giudici del Tribunale che affidano i bambini alle cure della zia: l'uomo non solo non accetta la decisione, ma inizia una vera e propria battaglia nei confronti della sorella, presa come capro espiatorio. La donna riceve ripetuti messaggi contenenti intimidazioni e minacce, che la costringono a vivere in uno stato di perenne ansia.
Un incubo prolungato che si conclude con l'arresto dell'uomo, ora detenuto presso il carcere di Regina Coeli. L'accusa formulata dal pm Antonio Verdi è quella di atti persecutori, o stalking.
Lo stalker di due sorelle avvocate
Secondo il codice penale, il reato di stalking di realizza "ogni qualvolta chiunque, con condotte reiterate, minaccia o molesta qualcuno". Per quanto siamo ormai tristemente abituati ad associarlo a comportamenti persecutori nei confronti di ex fidanzate o mogli, si tratta di un reato diffuso in molti ambiti: ad esempio, si è conclusa solo il mese scorso con la condanna dell'imputato una storia di stalking nei confronti di due avvocate che andava avanti da anni, dal 2016.
La vicenda era cominciata ormai 7 anni fa, quando un giovane romano di 33 anni ha cominciato a prendere di mira un'avvocata che lo aveva precedentemente assistito per questioni di natura finanziaria. Gli atti persecutori dell'uomo si erano fatti talmente pesanti e continui da spingere la donna a sporgere denuncia per stalking, difesa dalla sorella, anche lei legale. Ma a quel punto, invece di lasciar perdere, il 33enne ha cominciato a tormentare entrambe le professioniste: telefonate mute, minacce e messaggi, fino alla segnalazione anonima presentata direttamente all’Ordine degli Avvocati. L'uomo è stato infine condannato a 8 mesi di reclusione: sarà sottoposto a un anno di libertà vigilata e dovrà risarcire le spese legali e i danni in favore di tutte le parti civili, cliente, avvocata e Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma.