Mimi e clown vogliono salvare l’arte di strada: “Basta vessazioni, un regolamento come a Londra”
Mimi, saltimbanchi, prestigiatori. Gli artisti di strada di Roma si sono costituiti in un'assemblea e hanno lanciato una proposta con una conferenza stampa: un regolamento che normi le loro attività, scritto grazie al dialogo diretto tra artisti e comune di Roma. Lo scorso giovedì hanno consegnato la loro lettera all'assessore alla Cultura del Campidoglio Miguel Gotor, ma ancora non hanno ricevuto risposta.
Sono lavoratori e lavoratrici, ma sono anche artisti che chiedono di poter salvare il loro peculiare modo di portare in mezzo alla quotidianità di chi passeggia, casualmente, un imprevisto. L'arte di strada si incontra, ci si inciampa, si nota all'improvviso, non si cerca e non si prenota nessuno spettacolo. Se si ha voglia ci si ferma per quanto tempo si vuole e si lascia un'offerta.
"La differenza tra la strada e il palcoscenico dentro un teatro è che il palco è la strada: il rapporto è orizzontale, non c’è nessuno che sta su e nessuno che sta giù, tutti sullo stesso piano. – spiega Claudia Sorrentino – Negli ultimi dodici anni l’arte di strada a Roma ha passato un periodo molto difficile e alcune forme di arte di strada stanno scomparendo, come quelle che prevedono un pubblico che si pone in cerchio o in semicerchio, perché il regolamento ora in vigore non valorizza per niente questo patrimonio".
Il problema è che a Roma questo tipo di attività è normata attualmente con un regolamento che gli artisti di strada considerano punitivo e inefficace, costringendo a un lungo lavoro burocratico che non rispecchia la realtà degli spettacoli e che non riconosce proprio l'estemporaneità di questa attività. Così succede che la tolleranza o meno di questo tipo di attività sia più o meno casuale: "I vigili ti cacciano o ti fanno rimanere a seconda della giornata".
Tra vessazioni e difficoltà a praticare i loro spettacoli, molti artisti di strada hanno smesso e tanti che avrebbero voluto provare ad esibirsi non hanno mai iniziato. Tanto che la paura è che "l'arte di strada sparisca da vicoli, piazze e strade di Roma". "Le varie amministrazioni succedutesi non sono riuscite ad elaborare una delibera che regolamentasse e nello stesso tempo a valorizzasse l’Arte di Strada, un patrimonio culturale immateriale di cui potremmo godere tutti e tutte nelle buone regole della convivenza civile. – spiegano ancora i diretti interessati – Il coinvolgimento degli artisti e delle artiste sulla scrittura del nuovo regolamento si è sempre esaurito in brevi audizioni alle quali e non è mai seguito un vero tavolo tecnico, ossia una volontà politica reale di impiegare mente e cuore sulla questione".
Per aiutare l'amministrazione l'assemblea degli artisti di strada avanza una proposta, la redazione di una ‘Carta delle Arti di Strada’, che si avvalga di un linguaggio semplice, comprensibile e non interpretabile, a partire da quello che accade in altre città europee, prendendo a modello il Codice di Londra. Propongono poi l'introduzione di Mediatori, magari ragazzi coinvolti tramite il Servizio civile, per gestire l'arte di strada in particolare nel centro storico.
Il rischio altrimenti è che la burocrazia ci privi della magia dell'inatteso.