Satnam Singh, bracciante indiano morto a Latina

Migliaia in piazza dopo la morte di Satnam Singh: “I genitori si erano indebitati per mandarlo in Italia”

Tantissime persone sono scese in piazza per la manifestazione lanciata dalla Cgil dopo la morte di Satnam Singh, il bracciante 31enne scaricato in strada dal datore di lavoro dopo un incidente avvenuto in azienda.
A cura di Natascia Grbic
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"Satnam Singh era figlio di una madre, di una donna, era figlio di un padre, di un uomo, che al suo paese d'origine si sono indebitati per dargli una miglior prospettiva di vita e mandarlo in Europa, in Italia, per la speranza di un futuro migliore. È arrivato qui e ha visto la morte". A parlare, dal palco della manifestazione organizzata in piazza Libertà Latina dalla Cgil di Roma e Lazio, la Flai Cgil di Roma e Lazio, la Camera del Lavoro di Frosinone e Latina e la Flai Cgil di Frosinone e Latina, è Fabio Singh, Segretario generale della Flai Cgil. Sono in tanti, tra cittadini, esponenti politici e lavoratori – soprattutto braccianti indiani – a essere scesi in piazza per ricordare Satnam Singh, il 31enne morto dopo essere stato abbandonato in strada dal datore di lavoro con un braccio mozzato. L'uomo aveva avuto un incidente con un macchinario avvolgiplastica, che gli ha tranciato il braccio di netto. Invece di essere soccorso, è stato scaricato in strada dal datore di lavoro, che si è poi dato alla fuga. Satnam Singh è morto dopo due giorni in ospedale.

"Grazie a tutti per essere venuti, siamo distrutti per Satnam ma rischiamo che ce ne siano molto altri", le parole di Singh Amarjit, lavoratore impiegato in un'azienda agricola di Frosinone, all'agenzia Dire. "Tanti padroni danno in mano a tutti trattori e macchinari senza sapere se si è capaci o no, la colpa è loro e non di Satnam: la sua unica colpa era di voler lavorare per poter mangiare".

Sul palco è salita anche la sindaca di Latina, Matilde Celentano. "Grazie alla Cgil dell'invito, anche se sarebbe stato meglio vederci in un'altra occasione – ha dichiarato -. La difficoltà del momento impone però di essere tutti presenti, vigili e determinati se vogliamo che questo orrore non finisca negli elenchi infiniti dei morti sul lavoro ma sia lo spartiacque tra un prima e un dopo. Siamo tutti, e dico tutti responsabili della persistenza di questo fenomeno odioso di questo caporalato". Non appena ha pronunciato quest'ultima frase, la sindaca è stata contestata dalla piazza, che ha fischiato le sue parole.

"In questo paese è in corso una guerra civile sul lavoro – ha dichiarato Nicola Fratoianni, deputato di Alleanza Verdi Sinistra e Segretario di Sinistra Italiana – Le istituzioni degne di questo nome dovrebbero agire subito, implementando in modo significativo le ispezioni, e invece ogni volta che proponiamo emendamenti in merito li bocciano. Adesso, dopo l'ennesimo omicidio si promettono nuovi interventi di carattere normativo. Bisogna implementare i salari, eliminare precarietà, eliminare una legge come la Bossi – Fini che rende le persone fragili, ricattabili, subalterne. Questo non è un incidente, non è un caso, ma una scelta".

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