Michelle Causo uccisa a Primavalle, il killer trasferito in un altro carcere: era a rischio pestaggi
Addio al carcere minorile di Casal del Marmo per il diciassettenne accusato di aver ucciso alla fine dello scorso mese di giugno Michelle Maria Causo, sua coetanea, nel quartiere romano di Primavalle.
Secondo l'Istituto penale minorile della capitale, come riporta il Corriere della Sera, il diciassettenne si sarebbe trovato a rischio pestaggi nel carcere capitolino. Proprio per evitare problemi di ordine pubblico, è stato disposto il trasferimento. A pochi giorni dall'omicidio, gli amici e il fidanzato della diciassettenne avevano devastato la casa del giovane: per quanto accaduto sono indagate circa 40 persone.
Le indagini ancora in corso
Nel frattempo le indagini su quanto avvenuto non si sono mai fermate: continuano ad indagare gli agenti della sezione omicidi della Squadra mobile della Questura di Roma. Nel frattempo restano al vaglio degli inquirenti i messaggi e le chat nel telefonino della ragazza, rinvenuto ancora sporco di sangue. Gli agenti dovranno studiare il rapporto fra la ragazza e il killer per fare chiarezza sulla loro relazione (due semplici amici o un ragazzo respinto?) e trovare il movente. Secondo quanto dichiarato dal diciassettenne, l'avrebbe uccisa per debito di qualche decina di euro per affari legati allo spaccio, ma non si esclude la pista del ricatto, dopo che il ragazzo sarebbe entrato in possesso di alcune foto intime di Michelle.
Ulteriori indagini per cercare di chiarire l'eventuale coinvolgimento di altre persone e il buco temporale di circa tre ore: gli agenti ancora non sono riusciti a ricostruire cosa abbia fatto il giovane fra la tarda mattinata e il primo pomeriggio di quella tragica giornata.
L'accoltellamento nella casa di Primavalle
Secondo le indagini, il ragazzo avrebbe colpito con sei coltellate la ragazza, armato di un coltello da cucina. Una volta uccisa, avrebbe avvolto il corpo in una coperta e l'avrebbe trascinata fuori di casa, un appartamento in via Dusmet.
Notato da alcuni condomini (sono stati proprio loro a far scattare l'allarme, insospettiti), alle loro domande ha risposto dicendo di trasportare del pesce, anche se nella busta nera, quelle generalmente utilizzate per gettare la spazzatura, era evidente la presenza di vestiti. Avrebbe caricato la busta su un carrello della spesa di un supermercato, poi avrebbe lasciato il carrello in via Stefano Borgia, ad appena 300 metri dal luogo del delitto. Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, probabilmente il ragazzo si sarebbe confidato con qualche amico o conoscente e non si esclude che fosse in attesa dell'arrivo di uno di loro per caricare il cadavere e gettarlo in uno dei dirupi del Parco del Pineto, poco distante dalla zona.