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“Mi ha storto la mandibola per non farmi parlare”: ragazza denuncia maltrattamenti dei genitori

Il pubblico ministero ha chiesto il rinvio a giudizio per un uomo e una donna residenti in un comune di Frosinone dopo la denuncia della figlia, che a 18 anni è andata via di casa.
A cura di Natascia Grbic
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Una ragazza residente in un piccolo comune in provincia di Frosinone ha denunciato i suoi genitori accusandoli di maltrattamenti. Gli episodi di violenza sarebbero cominciati quando lei era solo una bambina, e si sarebbero protratti fino alla maggiore età. Non si erano interrotti perché avevano deciso che era ora di smetterla o perché pentiti del proprio comportamento: ma perché la ragazza aveva deciso di andare via di casa e vivere dai genitori del suo fidanzato. Sono stati proprio quest'ultimi a scoprire cosa era successo e a convincerla a sporgere denuncia.

La vicenda è riportata da Il Messaggero. Le violenze e le botte erano cominciate, secondo la denuncia della ragazza, sin da quando era una bambina, ma si erano intensificate con il passaggio alle scuole superiori. Soprattutto la madre le avrebbe lanciato varie volte oggetti in testa, e l'avrebbe picchiata dove teneva il cerchietto, danneggiandole anche il cuoio capelluto. In un'occasione le aveva anche storto la mandibola, "così non parli più", le avrebbe detto. Una volta cresciuta, la donna era ossessionata dal rendimento scolastico: la costringeva a leggere la lezione ad alta voce, se non la sentiva la picchiava. Se non prendeva voti alti, non la faceva bere e mangiare. L'aveva costretta a lavorare in un ristorante, e quando tornava stanca alla fine del turno voleva che si mettesse a studiare: se non lo voleva fare, le si metteva vicino, impedendole di addormentarsi.

La ragazza ha poi deciso di denunciare i genitori. Il padre, che non avrebbe commesso le violenze ma non sarebbe mai intervenuto in difesa della figlia, ha chiesto di patteggiare. Il pubblico ministero ha chiesto il rinvio a giudizio: adesso toccherà al giudice pronunciarsi e decidere se mandare l'uomo e la donna a processo.

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