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Giorgia Meloni vuole proclamare Roma città pro vita: nuovo attacco alla 194 e ai diritti delle donne

Fratelli d’Italia ha presentato una mozione in Campidoglio in cui si chiedono misure pro vita per incentivare “la natalità e la maternità”. Il centrodestra giustifica la mozione parlando di un calo delle nascite a causa della pandemia da coronavirus: ma questo non è vero, anzi. Nel 2020 a Roma sono nati 2mila bambini in più rispetto al 2019.
A cura di Natascia Grbic
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Con una mozione a prima firma di Giorgia Meloni, Fratelli d'Italia chiede al Campidoglio di "proclamare ufficialmente Roma città per la vita e inserire questo principio generale nello Statuto di Roma Capitale". Nello specifico, di predisporre "in sede di bilancio, un piano organico che rimetta al centro delle politiche capitoline la famiglia e la natalità", e introdurre il quoziente familiare, ossia un tipo di tassazione che favorisce – appunto – i nuclei familiari. Di sostenere i Centri per la vita (associazioni di matrice cattolica notoriamente contrarie all'aborto) e istituire anche un assessorato alla Famiglia (quella tradizionale), oltre che una Festa della famiglia e una Festa della Vita. Non solo: Fdi vuole impegnare il Campidoglio a collaborare con queste associazioni per la vita per "accrescere il sostegno concreto alla natalità e alla maternità", inserendo operatori pro vita nei consultori. Tutto questo corredato da campagne, eventi e iniziative volte a spingere le donne a non abortire o, al massimo, a "partorire in anonimato".

La mozione presentata da Fratelli d'Italia

Fratelli d'Italia giustifica la mozione che piace tanto ai movimenti Pro Vita (tanto da essere stata subito approvata da Toni Brandi, presidente della discussa associazione ultra cattolica) dicendo che nell'ultimo anno le nascite sono calate "drasticamente". "La denatalità e lo squilibrio demografico rappresentano una delle prime grandi emergenze italiane in questa fase storica della nostra Nazione e il decremento demografico colpisce anche la città di Roma – si legge nel testo del documento – a livello nazionale, nel 2019 si è registrato un record negativo per la natalità con 156 mila nuovi nati in meno rispetto al 2008. Preoccupanti i dati provvisori del primo semestre 2020, che registrano già un calo rispetto al 2019 e al quale si aggiungerà l'impatto devastante del Covid-19". E invita l'amministrazione a "mettere in campo tutte quelle iniziative finalizzate a sostenere la natalità e la maternità". In una parola: mettere in atto misure che spingano le donne a non abortire, dando potere alle associazioni pro vita, che da anni si impegnano per negare la possibilità alle donne di decidere sul proprio corpo. Una mozione destinata inevitabilmente – soprattutto dopo un anno di pandemia in cui interrompere una gravidanza era praticamente impossibile – a suscitare malumori e polemiche.

A Roma le nascite non sono in calo

Anche se le nascite fossero in calo, nulla darebbe il diritto alla politica e alle associazioni pro vita di interferire col diritto di una donna di decidere sulla propria gravidanza. In ogni caso, il presupposto da cui parte la mozione di Fratelli d'Italia è comunque sbagliato, semplicemente perché non vero. Le nascite, infatti, sono in crescita. "Già si parla di generazione lockdown, ma il gruppo FdI del Campidoglio non se ne è accorto – scrive in una nota il gruppo capitolino del Pd – È infatti di oggi la notizia del boom di nascite a Roma che nel 2020 ha invertito positivamente il trend delle nascite con oltre 2mila bambini in più rispetto all'anno precedente. Un dato che rende ancora più inverosimile la mozione presentata in Assemblea Capitolina dal gruppo FdI che provocatoriamente tende a ridimensionare la legge 194/1978 sull'interruzione di gravidanza con iniziative e norme da inserire nello statuto di Roma Capitale". La mozione sarà discussa in assemblea capitolina la prossima settimana ed è probabile che susciterà numerosi malumori. Soprattutto perché continuano gli attacchi alla salute delle donne, portati in maniera provocatoria dal centrodestra proprio all'indomani dell'8 marzo.

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