Meloni parla della morte del bracciante a Latina: “Atti disumani, barbarie venga duramente punita”
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha parlato di "atti disumani che non appartengono al popolo italiano", in merito a quanto avvenuto a Satnam Singh, il bracciante di origine indiana morto in seguito a un terribile incidente sul lavoro.
"Mi auguro che questa barbarie venga duramente punita", avrebbe proseguito Meloni, secondo fonti di Palazzo Chigi. La presidente ha aperto il Consiglio dei ministri di oggi esprimendo con queste parole "una dura condanna" rispetto a quanto avvenuto a Latina. La premier ha inoltre espresso il suo cordoglio e quello del Governo per "la tragica scomparsa" e ha espresso la sua vicinanza alla moglie e alla famiglia del bracciante.
Sulla morte di Satnam Singh i ministri del Lavoro, Marina Calderone, e dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida, hanno annunciato nel corso del Cdm che si terrà domani una riunione presso il ministero del Lavoro, che vedrà la partecipazione dei sindacati, delle rappresentanze datoriali e dei soggetti competenti.
"Ciò che è successo a Satnam Singh è molto di più di un infortunio: è un atto disumano di barbarie in cui chi lo ha abbandonato ha dimostrato di non avere attenzione al valore della vita umana e soprattutto lo ha abbandonato in una condizione in cui non poteva non sapere che quell'atto poteva causarne la morte", ha dichiarato al Tg1 la ministra Calderone.
La stessa ha poi sottolineato la necessità "di fare del nostro meglio e soprattutto il nostro dovere, affinché tutti gli strumenti e tutte le norme possano contrastare efficacemente con punizioni esemplari quelle situazioni. Noi non abbiamo paura di intervenire, lo abbiamo fatto, lo faremo ancora e siamo determinati a evitare che ancora si debbano ripetere queste situazioni".
La morte del bracciante 31enne Satnam Singh a Latina
Satnam Singh, 31 anni, è morto ieri all'ospedale San Camillo di Roma a seguito delle ferite riportate in seguito a un incidente avvenuto sul luogo di lavoro. Nello specifico, un macchinario avvolgiplastica gli ha staccato un arto di netto. Il datore di lavoro, Antonello Lovato, è indagato per omicidio colposo, omissione di soccorso e violazione delle disposizioni in materia di lavoro irregolare.
Stando a quanto ricostruito, infatti, Lovato avrebbe abbandonato il bracciante davanti casa senza chiamare i soccorsi, lasciandolo agonizzante a lato della carreggiata. Nel frattempo la moglie del 31enne, disperata, chiedeva aiuto agli altri braccianti di Borgo Santa Maria, ma nessuno, forse per paura di perdere il lavoro, si è attivato tempestivamente. Tra il momento in cui è avvenuto l'incidente e la chiamata al 118 sarebbero trascorse oltre due ore. Un tempo lunghissimo che probabilmente ha decretato la morte del ragazzo.
Sulla vicenda si è espresso anche Renzo Lovato, il padre di Antonello. Poche, terribili parole, che hanno scatenato polemiche a non finire: "L'avevo avvisato il lavoratore di non avvicinarsi al mezzo ma lui ha fatto di testa sua. Una leggerezza che è costata cara a tutti".