Medici amputano a un paziente una gamba sana, secondo i giudici: condannati a risarcire
Viene ricoverato per un'ischemia alla gamba sinistra, poi i medici intervengono anche sull'altro arto inferiore e alla fine viene mandato a casa con la gamba destra amputata. Stando a quanto riporta Giulio De Santis sul Corriere della Sera, i fatti risalgono al 2012.
I fatti risalgono al 2012
Il 9 novembre di quell'anno il signor Adalberto Arcidiacono va al pronto soccorso dell'ospedale San Giovanni Addolorata per un forte dolore alla gamba sinistra. I medici diagnosticano una "ischemia alla gamba". Nei mesi successivi i medici lo operano ben 18 volte all'arto sinistro, ma poi rivolgono le loro attenzioni anche all'altro arto. Eseguono, riporta il Corriere, otto arteriografie con fibrinolisi, due tromboaspirazioni e tre arteriografie di controllo. Il risultato è che le condizioni si aggravano e insorge un'ischemia all'arto. Viene trasferito prima alla clinica Pio IX e poi all'ospedale San Camillo, ma i medici a quel punto non possono fare altro che amputargli la gamba. Il 13 gennaio viene dimesso e torna a casa senza più la gamba destra. Tenta una causa civile contro i medici, ma nel 2016 muore a 64 anni per altri motivi non legati all'operazione. La vedova ha continuano la battaglia legale del marito.
I medici sono stati condannati a risarcire la famiglia
I medici sono stati condannati dal giudice a pagare un risarcimento danni di 383mila euro ai familiari della vittima. Secondo la corte i medici hanno deciso giustamente il ricovero per il dolore alla gamba sinistra e corretta era stata la terapia somministrata. Hanno sbagliato, però, a sottoporre il paziente a ripetuti trattamenti alla gamba destra, che fino a quel momento non aveva presentato alcun sintomo. I medici sostengono che quell'arto era già compromesso, ma tale evidenza non è riportata nella cartella clinica, dove invece si legge, in merito all'arto destro: "il paziente non lamenta dolore e dall’esame angiografico risulta un circolo adeguato".