Maxiprocesso Casamonica, altri arresti nel clan dopo la Cassazione: nove in carcere, erano liberi

Dopo la sentenza della Cassazione sul maxiprocesso ai Casamonica, i carabinieri del Nucleo investigativo di Frascati hanno rintracciato nove persone condannate in definitiva per intestazione fittizia, usura, estorsione e spaccio di sostanze stupefacenti. I nove erano o in libertà o agli arresti domiciliari e sono stati portati in carcere.
Con la sua sentenza, la Corte di Cassazione ha confermato l'impianto dei giudici d'appello, stabilendo una volta per tutte che quello dei Casamonica è un clan mafioso.
Per i giudici della Corte d'Appello, "il gruppo criminale Casamonica, operante nella zona Appio-Tuscolana di Roma, con base operativa in vicolo di Porta Furba è organizzato in una ‘galassia', ossia aggregato malavitoso costituito da due gruppi familiari dediti ad usura, estorsioni, abusivo esercizio del credito, nonché a traffico di stupefacenti, dotato di un indiscusso ‘prestigio criminale‘ nel panorama delinquenziale romano, i cui singoli operavano tuttavia in costante interconnessione e proteggendosi vicendevolmente, così da aumentare il senso di assoggettamento e impotenza delle vittime, consapevoli di essere al cospetto di un gruppo molto coeso ed esteso".
L'operazione che aveva portato in carcere decine di membri del clan Casamonica aveva preso il via dopo la denuncia di due donne che volevano uscire dalla famiglia. In particolare è stata la testimonianza di Debora Cerroni, l'ex moglie di Massimiliano Casamonica e figlia di un ex della Banda della Magliana, a far partire nel 2015 la macchina che ha portato in carcere 37 persone, con accuse che andavano dall'usura, all'estorsione allo spaccio.