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Tar rigetta ricorso di Max Gazzè: risarcirà il comune di Campagnano la villa in campagna

Con sentenza pubblicata il 22 maggio scorso, la seconda sezione del Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio ha rigettato il ricorso presentato dal cantante Max Gazzè, che dovrà risarcire con 5mila euro il comune di Campagnano di Roma.
A cura di Enrico Tata
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Max Gazzè contro il comune di Campagnano di Roma. La vicenda riguarda una richiesta di condono presentata dal cantante in merito ad alcune opere realizzate all'interno della sua villa in campagna: in particolare la chiusura di un portico, la realizzazione di un soppalco, il cambiamento di destinazione d'uso da agricolo a residenziale per un magazzino, la mancata realizzazione del piano interrato e la costruzione di una piscina.

Il comune di Campagnano ha rigettato la richiesta di condono per motivi legati all'ampliamento delle cubature e Gazzè ha presentato un ricorso al Tar del Lazio. Con sentenza pubblicata il 22 maggio scorso, la seconda sezione del Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio, si legge, "definitivamente pronunciando sul ricorso, come in epigrafe proposto, lo respinge in quanto infondato". Secondo quanto si legge sulla setenza pubblicata sul sito del tar, il "provvedimento di diniego è motivato, oltre che in ragione dell’inesistenza dei presupposti sostanziali per la concessione della sanatoria, anche in relazione alla mancata produzione di documentazione ritenuta essenziale ai fini della regolare presentazione del titolo abilitativo in sanatoria".

Stando a quanto si apprende il cantante romano ha acquistato l’immobile il 28 luglio del 2024. In origine il fabbricato "era stato edificato in forza di concessione edilizia n. 5/2001, rilasciata per la realizzazione di un fabbricato rurale ad uso abitativo ed agricolo".

Il cantante è stato condannato inoltre a versare 5mila euro nelle casse del comune di Campagnano di Roma. Il piccolo comune laziale, 11mila abitanti, si trova nei pressi del lago di Martignano, qualche decina di chilometri a Nord di Roma.

I legali dell'artista specificano che "non vi è nessuna condanna a suo carico e che, al momento dell'acquisto della proprietà in questione (nel 2004, quasi 20 anni fa), l'artista – alla presenza di un notaio – si era fatto carico dei costi di concessione della sanatoria edilizia riguardante una depandance della casa (nessuna piscina o portico abusivo), sanatoria notificata come concessa, salvo venire a conoscenza solo in seguito della mancanza di tale concessione e aver fermato subito i lavori".

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