Matteo Salvini fischiato alla manifestazione dei ristoratori in corso a Roma: “Non è stato invitato”
Matteo Salvini contestato al suo arrivo al flash mob "Siamo a terra" dei ristoratori organizzato a Roma dalla Fipe Confcommercio davanti al Pantheon. "Noi non lo abbiamo invitato", afferma il presidente di Fipe Roma Sergio Paolantoni, aggiungendo che "doveva essere una manifestazione senza che nessuno ci mettesse sopra il cappello". Per il leader della Lega, che nel frattempo ha rubato la scena attirando le attenzioni su di sé, sono arrivati una serie di fischi e di "booo" di disapprovazione da parte dei partecipanti alla manifestazione. "Buffone", è stato uno dei cori che si è sollevato dalla folla, nel frattempo che Salvini interagiva con alcuni dei manifestanti davanti alle telecamere. Il leader del Carroccio ha fatto alcune dirette televisive e risposto alle domande dei giornalisti presenti in piazza per documentare la protesta dei ristoratori. Attorno a lui si è così formata una folla di curiosi, creando assembramenti che hanno ulteriormente suscitato le reazioni contrariate dei manifestanti. La situazione ha spinto gli addetti alla sicurezza ad intervenire e chiedere il rispetto delle norme di distanziamento.
La protesta dei ristoratori: coperti apparecchiati senza tavolo
La protesta "Siamo a terra", organizzata dalla Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi), coinvolge i ristoratori di venti città sparse in tutta Italia, tra cui Roma. Il malumore del mondo della ristorazione sorge in seguito alle disposizioni dell'ultimo Dpcm emanato dal governo ed entrato in vigore lo scorso 26 ottobre, che prevede la chiusura di bar e ristoranti alle ore 18 in tutto il territorio italiano, una delle diverse misure adottate per rallentare la diffusione del coronavirus, che nella giornata di ieri, secondo i dati dell'ultimo bollettino, ha sfiorato 22mila nuovi contagi accertati in un solo giorno a fronte di 174mila tamponi elaborati. Già duramente provati dal precedente lockdown, i ristoratori considerano le nuove norme un ulteriore, durissimo colpo per le loro attività, molte delle quali considerate adesso a rischio. In via simbolica, come visto anche nella Capitale, nelle piazze sono state stese e apparecchiate delle tovaglie, senza che ci fosse nessun tavolo di appoggio: una metafora per dire che la ristorazione è stata messa a terra dalle ultime misure del governo.