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Matrimonio con cori fascisti: lo sposo è Giammarco Pelli, chef ultras che ha vinto 4 Ristoranti di Borghese

Giammarco Pelli, lo sposo del matrimonio fascista a Castel Gandolfo è titolare di una fraschetta che ha vinto una puntata del programma tv “4 Ristoranti” di Alessandro Borghese.
A cura di Alessia Rabbai
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Giammarco Pelli è lo sposo del matrimonio fascista, che è stato celebrato nel pomeriggio di venerdì scorso 13 settembre, nella parrocchia pontificia San Tommaso da Villanova, a Castel Gandolfo, in piazza della Libertà. Un matrimonio celebrato con il rito religioso e dal sapore fascista, all'insegna di saluti romani. A partecipare anche un gruppo di ultras romanisti, che durante i festeggiamenti hanno intonato "Faccetta nera", il motto dannunziano "Eia eia alalà".

Pelli è il titolare della fraschetta "Hosteria di padre in figlio", ha partecipato al programma tv "4 Ristoranti" di Alessandro Borghese e nel 2019 ha vinto il titolo di miglior fraschetta dei Castelli Romani. Sul profilo Instagram di Pelli ci sono frasi di Mussolini, in ricordo dei camerati e di Acca Larentia.

Il matrimonio fascista di Giammarco Pelli a Castel Gandolfo

Il matrimonio fascista di venerdì scorso a Castel Gandolfo ha suscitato critiche e indignazione da parte dei cittadini. Quando gli sposini sono usciti salla chiesa, dopo essersi scambiati le promesse, sono stati accolti da saluti fascisti e gli inni nostalgici. Una scena che non è passata inosservata e che ha suscitato la reazione di molti. I video sono stati pubblicati sui social network, con tanti commenti.

Sulla vicenda è intervenuto il sindaco di Castel Gandolfo, Alberto De Angelis, che ha condannato l'accaduto, puntualizzando che: "L'Italia è antifascista, Castel Gandolfo è antifascista, come ci ricordano anche la nostra Costituzione e la nostra storia – dichiara il sindaco in una nota – Castel Gandolfo è da sempre legata a valori di pace, fratellanza, accoglienza e democrazia, come racconta la sua storia legata a quella dei Papi.

E la nostra piazza della Libertà ne è il simbolo per eccellenza. Qui tantissimi pellegrini sono venuti ad ascoltare le parole del Papa e oggi questa stessa piazza è il cuore pulsante della nostra vita culturale e di comunità e il suo nome non può essere infangato con episodi simili".

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