Matrimonio con cori fascisti a Castel Gandolfo: aperta un’inchiesta e identificati 20 ultras
Sul matrimoniodi Giammarco Pelli a Castel Gandolfo di venerdì scorso 14 settembre la Procura della Repubblica di Velletri ha aperto un'inchiesta e ha identificato alcuni ultras romanisti, che hanno intonato i cori fascisti fuori dalla chiesa di San Tommaso da Villanova. Si tratta di una ventina di persone, che fanno parte del gruppo della Curva Sud "Nel Nome di Roma". Le indagini sono partite con l'arrivo dell'informativa dei carabinieri in Procura, al momento senza ipotesi di reato, potrebbe configurarsi quello di apologia del fascismo.
Cori fascisti al matrimonio di Castel Gandolfo
I militari come riporta Il Corriere della Sera sono riusciti a risalire all'identità degli ultras romanisti che hanno intonato i cori fascisti, con bandiere e fumogeni sotto il Palazzo Pontificio in piazza della Libertà, passando al vaglio le immagini riprese dalle telecamere di videosorveglianza. Alcuni tra i tifosi identificati hanno precedenti per risse e aggressioni sempre legati agli ambienti delle tifoserie. Durante i festeggiamenti hanno intonato "Faccetta nera", il motto dannunziano "Eia eia alalà".
Il matrimonio era di Giammarco Pelli, vincitore di 4 Ristoranti
Gli ultras erano a Castel Gandolfo per festeggiare un matrimonio, lo sposo era Giammarco Pelli, anche lui tifoso della Curva Sud, titolare del "Hosteria di padre in figlio", che nel 2019 ha vinto il programma televisivo "4 Ristoranti" con Alessandro Borghese, al quale ha partecipato con la sua fraschetta a conduzione famigliare.
A chiedere provvedimenti seri sulla vicenda fin da subito è stato il sindaco di Castel Gandolfo, Alberto De Angelis, condannando l'accaduto: "L'Italia è antifascista, Castel Gandolfo è antifascista, come ci ricordano anche la nostra Costituzione e la nostra storia. Castel Gandolfo è da sempre legata a valori di pace, fratellanza, accoglienza e democrazia, come racconta la sua storia legata a quella dei Papi.
E la nostra piazza della Libertà ne è il simbolo per eccellenza. Qui tantissimi pellegrini sono venuti ad ascoltare le parole del Papa e oggi questa stessa piazza è il cuore pulsante della nostra vita culturale e di comunità e il suo nome non può essere infangato con episodi simili".