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Massacrati con una spranga e chiusi in una buca dal cognato: “Vi do fuoco”. Imprenditore condannato

L’uomo pensava che i due gli avessero rubato degli attrezzi, e ha deciso di minacciarli e picchiarli per costringerli a restituirli. I due uomini poi lo hanno denunciato.
A cura di Natascia Grbic
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Un imprenditore viterbese è stato condannato a un anno e quattro mesi di reclusione con l'accusa di aver minacciato con una pistola, picchiato e rinchiuso in una buca due suoi cognati. Il motivo: era convinto che gli avessero rubato degli attrezzi dal capannone, e voleva dargli una lezione. La Cassazione, che ha condannato l'uomo in via definitiva, ha chiuso una vicenda cominciata nel 2017 e che ha portato il 37enne e un suo collaboratore alla sbarra degli imputati.

Secondo quanto riportato da Il Messaggero, nel pomeriggio del 23 gennaio 2017 l'imprenditore ha chiamato i due cognati, chiedendogli di andare in azienda. Aveva scoperto che erano stati rubati degli attrezzi, e pensava fossero loro. Così li ha minacciati con una pistola alla testa, li ha picchiati con una spranga di ferro e chiusi in una buca, sulla quale ha fatto posizionare una ruspa per non farli uscire.

"Mi hanno puntato una pistola alla fronte, fatto inginocchiare e picchiato con una spranga di ferro, fino a spaccarmi la testa. Il titolare era convinto che fossimo stati noi a rubare gli attrezzi dal capannone. La domenica, io e mio cognato, col suo permesso, abbiamo preso in prestito una motosega, subito restituita. Il giorno dopo ho scoperto che nel capannone c’era stato un furto e ho avvisato il titolare. La sera mi ha detto di andare da lui. Pensavo volesse accordarsi per il giorno dopo. Una volta dentro abbiamo visto che c’erano altre persone. Ha iniziato a dirci che dovevamo restituire tutto quello che avevamo rubato, mentre un terzo uomo ci ha ordinato di inginocchiarci, puntandomi una pistola". Li ha poi fatti entrare nella buca, minacciando di dargli fuoco. Oggi, a distanza di cinque anni, la condanna definitiva.

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