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Covid 19

Mascherina obbligatoria: nel primo giorno 30 multe, romani disciplinati

Romani disciplinati nel primo giorno dell’obbligo di indossare le mascherine all’aperto. I vigili invitano i cittadini a indossarle, solo poche multe su centinaia di controlli nei casi di esplicito rifiuto. Presto l’obbligo potrebbe essere esteso a livello nazionale dal nuovo Dpcm del governo allo studio.
A cura di Redazione Roma
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Ieri è stato il primo giorno di obbligo di indossare la mascherina all'aperto a Roma e nel Lazio. Il provvedimento, firmato lo scorso venerdì dal governatore Nicola Zingaretti, è stato preso di fronte all'aumento dei contagi e potrebbe essere presto adottato anche a livello nazionale dal governo.

Intanto ieri primi controlli della Polizia Locale in città per far rispettare l'obbligo. Nella maggior parte dei casi i vigili si sono limitati a fare un cenno o a invitare a indossare la mascherina ai cittadini che, per pigrizia o sbadataggine, la indossavano male limitandosi a tenerla al collo o si erano dimenticati di metterla pur avendola con sé.

C'è chi si scusa, chi inventa una scusa, chi chiede un po' di tolleranza e subito rimedia. In generale i romani si sono dimostrati piuttosto disciplinati e sono state solo una trentina le multe elevate di fronte ai casi di aperto rifiuto.

Attesa per il nuovo Dpcm del Governo

La multa per i trasgressori è di 400 euro e l'obbligo riguarda tutti, esclusi i bambini sotto i sei anni e chi sta facendo attività sportiva all'aperto. Il nuovo Dpcm del governo potrebbe estendere l'obbligo di indossare la mascherina all'aperto su tutto il territorio nazionale e altre restrizioni, a cominciare dagli orari e le modalità di apertura di bar, locali e ristoranti, e a feste e cerimonie anche di natura privata.

Scuola: 290 casi nel Lazio

Allo scorso venerdì i casi di contagio nelle scuole del Lazio erano 290. Un numero di certo destinato a salire. Ma proprio questa mattina la ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina ha ribadito che non neanche all'esame una nuova chiusura delle scuole: "Il problema non è la scuola, ma ciò che avviene fuori. Per questo vorrei fare un appello ai ragazzi: rispettino le regole anche quando escono dai loro istituti".

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