Marito e moglie muoiono di Covid a una settimana di distanza: in ospedale rubano le loro fedi
Sono state le prime due vittime del coronavirus in Ciociaria. E in ospedale sono state rubate le loro fedi nuziali, da ignoti mai rintracciati. Repubblica racconta la vicenda di Mario Ippoliti, 85 anni ed ex dipendente dell'Anas, e di sua moglie Vanda Marini, 79 anni, morti lo scorso marzo a distanza di una settimana l'uno dall'altra in due strutture diverse: l'uomo era ricoverato all'ospedale di Cassino, mentre la 79enne era nel reparto rianimazione dell'ospedale Fabrizio Spaziani di Frosinone. Proprio ai sanitari dello Spaziani sono stati affidati dalla donna le fedi e un anello, messi in due sacchetti distinti e poi riposti all'interno di un armadio. Ma quando i figli della coppia hanno chiesto di riaverli indietro, hanno dovuto fare i conti con l'amara scoperta: degli anelli non c'era più traccia, spariti da quell'armadio in cui erano custoditi in attesa di essere restituiti ai familiari. Ai figli non è rimasto altro da fare se non contattare un avvocato per indagare sull'accaduto.
Anelli rubati, la denuncia contro ignoti
Ippoliti e sua moglie sono morti da soli in ospedale: è accaduto all'inizio dell'emergenza, una fase in cui erano sospese le visite dei parenti ai malati e momentaneamente interrotti i funerali. Poco tempo dopo la scomparsa dei genitori, Loreto Ippoliti ha contattato lo Spaziani per riavere gli anelli, ma dopo aver controllato l'armadio in cui erano riposti, la caposala del reparto rianimazione ha dovuto avvertire i familiari dell'avvenuto furto, avendo ritrovato soltanto un sacchetto vuoto. La caposala ha quindi sporto denuncia ai carabinieri nei confronti di ignoti, mentre il figlio delle vittime si è rivolto all'avvocato Pierluca D'Orazio per indagini più approfondite. D'Orazio ha chiesto formalmente spiegazioni alla Asl di Frosinone, che hanno confermato la versione della caposala dello Spaziani. L'avvocato ha evidenziato ed apprezzato la totale trasparenza della struttura sanitaria, rimarcando però l'amarezza per l'avvenuto furto di quegli anelli che per i familiari delle vittime avevano un valore puramente affettivo. E così, mentre i malati di Covid morivano negli ospedali, ignoti sciacalli hanno agito indisturbati approfittando del difficile momento, compiendo simili gesti anche nel corso di una pandemia.