Marino contro il Pd: “Ricandida chi ha tradito Roma”. E strizza l’occhio a Raggi
Ignazio Marino ha criticato il Partito Democratico sulla scelta dei candidati per la corsa al Campidoglio alle elezioni del 3 e 4 ottobre 2021. L'ex sindaco è contrario al fatto che il partito abbia selezionato "quelle stesse persone ad amministrare Roma" riferendosi a "un gruppo di ‘onorevoli consiglieri', che ha tradito il mio progetto di trasformazione che avrebbe fatto bene alla città" mandato che si è concluso poi con le sue dimissioni. Marino si riferisce alle persone che durante la sua passata amministrazione non hanno avuto "il coraggio" di votarne la sfiducia "ma si sono rifugiati nello studio di un notaio". Una scelta quella del Pd rispetto ai candidati secondo il medico "poco seria" e lo ha detto espressamente, senza restare a guardare.
L'ex sindaco nel suo lungo post pubblicato nel tardo pomeriggio di oggi su Facebook ha poi dedicato un messaggio a Virgina Raggi, nel quale spiega di aver accolto e apprezzato le sue scuse: "Devo riconoscere che, inaspettatamente, ha voluto pubblicamente chiedere scusa per alcune azioni ingiuste e ingenerose – scrive – Credo che si tratti di scuse vere: l'esperienza e la riflessione nella vita portano a valutare se stessi e a maturare. D'altra parte coloro che agirono sottraendo ai romani il diritto di giudicare non hanno mai avviato un dibattito sulle loro azioni ed, evidentemente, le ritengono irrilevanti se questo non impedisce alle loro coscienze di ricandidarsi".
Raggi a Marino: "Mostriamo insieme il nostro coraggio"
La risposta di Virginia Raggi a l'ex sindaco non si è fatta attendere: "Caro Ignazio Marino, ho letto con attenzione le tue parole – si legge nei commenti – Come te, amo profondamente Roma, la nostra città. E mi trovo d’accordo su diverse delle idee da te proposte. L'esperienza maturata in questi anni mi ha portata a chiederti scusa per alcuni gesti che non rifarei e a poter dire con contezza che da sindaco avevi provato ad avviare un cambiamento che questa città richiede. Provato perché il percorso fu interrotto a causa della ‘congiura di palazzo' ordita dal Pd romano in uno studio notarile: consiglieri in fila, senza il coraggio di una votazione in aula, per mandare a casa il sindaco della Capitale d'Italia. Una pagina da dimenticare dalla quale, in questi giorni, lo stesso Pd romano prova maldestramente a prendere le distanze: sono le stesse persone che ora si sono ricandidate e dicono di voler proseguire il cammino che, come dici, hanno volutamente interrotto anni fa. In questi anni ho appreso che il tempo è galantuomo e che è possibile cambiare idea: è segno di maturità e umiltà. Ma si deve anche avere credibilità, quella che manca a chi falsamente ora si professa ‘dispiaciuto'. Io mi batto per cambiare Roma. Lo faccio ogni giorno da cinque anni a questa parte". E conclude: "Come tu non hai timore di fare il nome di chi ti ha tradito, io voglio dirti che adesso è il momento di dimostrare il nostro coraggio e portare avanti queste idee insieme. Per Roma. Per i nostri cittadini".