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Maria Sofia spiega perché si è spogliata nuda ai Musei Capitolini: “Protesto contro circhi e allevamenti”

Nuda ai Musei Capitolini per attirare l’attenzione sulla violenza contro gli animali, per protestare contro circhi e allevamenti. Fanpage.it ha intervistato Maria Sofia Federico, diciannove anni, influencer vegana e sex worker.
A cura di Alessia Rabbai
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Maria Sofia Federico ha diciannove anni, fa la sex worker su Onlyfans e sogna di girare per le produzioni per adulti. Ieri ha partecipato all'azione di Ribellione Animale insieme ad altri tre attivisti, due dei quali si sono incollati al basamento della statua di Marco Aurelio equestre. Una protesta per chiedere la fine degli animali nei circhi e contro gli allevamenti. Maria Sofia si è spogliata davanti alla statua della Lupa capitolina sul suo corpo le scritte ‘Milk is murder, il latte uccide'. Fanpage.it l'ha intervistata su attivismo e lavoro: "Pratico il sex work perché per me ha una grande rilevanza politica, ossia il fatto che ognuno sia libero di vivere la propria sessualità come voglia, anche come un lavoro. Parte dei ricavi della mia attività vanno ai rifugi per animali liberi".

Maria Sofia perché ti sei spogliata in un museo, non potevi protestare diversamente?

Spogliarsi non è un gesto fatto per estremismo e visibilità ci sono certamente altri modi ma non efficaci come questo. Abbiamo studiato l'azione per attirare tanto clamore su di noi ma con un significato artistico e politico. La mia nudità rappresenta mettere a nudo la realtà degli allevamenti. Ci spacciano la leggenda degli allevamenti felici che non sfruttano gli animali, addirittura la mucca Ercolina è stata portata a Sanremo per rappresentare il fior fior degli allevatori, del trattare bene gli animali allevati ma è tutto falso. Con il mio corpo nudo nella mia fragilità mostro come sono fragili gli animali, che sui loro corpi ricevono abusi costanti.

Perché avete scelto i Musei Capitolini per la protesta?

Perché al loro interno ci sono due statue importanti che sono la Lupa, simbolo di Roma ed emblema della civiltà occidentale e Marco Aurelio a cavallo, la raffigurazione del potere dell'essere umano sia sugli altri in quanto imperatore, sia sugli animali, quindi di supremazia pura. Abbiamo portato due chiavi di lettura parallele rispetto al discorso della liberazione animale, protestando contro la produzione del latte e contro i circhi. Dietro alla produzione di latte, come per la carne c'è una grande soffrenza. Le mucche vengono ingravidate artificialmente e forzatamente, gli viene portato via il vitello che verrà macellato e tolto il loro latte. Tutto questo in un ciclo continuo, un girone dantesco, sfruttate fino a quando arrivate allo sfinimento verranno condotte al macello.

Perché avete attaccato le statue buttando delle finte ragnatele su Marco Aurelio?

Ci dicono che sbagliamo ad attaccare le statue perché hanno un valore culturale, che non dobbiamo toccarle perché è come se danneggiassimo un patrimonio che non c'entra nulla con la politica, ma non è così. È importante usarle per un'azione diretta nonviolenta. Ciò che viene mostrato dalla statua di Marco Aurelio a cavallo non riguarda solo il passato ma è molto attuale, noi ci abbiamo buttato sopra delle ‘ragnatele' perché un simbolo del genere dovrebbe essere una cosa vecchia, da riconsegnare alla Storia. Abbiamo studiato la protesta per essere il più rispettosi possibili nei confronti delle statue infatti gli altri due attivisti si sono incollati al basamento, anche per sfidare l'idea del Ministro alla Cultura Gennaro San Giuliano di penalizzare i cosiddetti ‘ecovandali'.

La vostra protesta si ricollega anche a quella degli allevatori che hanno esibito animali nelle piazze?

Gli agricoltori e allevatori che stanno protestando hanno portato in piazza ed esposto legati ai loro trattori animali da allevamento. Mucche, pecore, sono considerate come oggetti, come mezzi da cui trarre profitto e non esseri senzienti che provano dolore, che non vogliono essere abusati e uccisi ma vivere in libertà. Come la mucca portata al Duomo di Milano alla quale è stato rubato il latte con il vitello davanti. Capiamo che ci sia una necessità da parte dell'Europa di comprendere la protesta degli agricoltori, ma non approviamo il coinvolgimento degli animali sia per una ragione etica che climatica. La zootecnia infatti è una dei maggiori responsabili dell'emissione di Co2 e della crisi climatica, dell'inquinamento del suolo e delle acque.

Come Ribellione Animale avete in programma altre azioni?

La campagna continuerà, il 70 per cento della popolazione italiana è contraria all'utilizzo degli animali nei circhi secondo il sondaggio Doxa condotto dalla Lav. Alle persone che sono contrarie ai circhi con gli animali vorrei dire una cosa, se non volete che vengano sfruttati per farli esibire siete sulla strada giusta. Dovreste fare anche una riflessione profonda anche sul fatto di smettere di mangiarli, perché ad oggi non è più necessario come non sono necessari i circhi e diventare vegani o comunque mangiare il più possibile vegetale.

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