Sestina Arcuri, il caso arriva in Cassazione: i giudici decideranno se si è trattato di femminicidio
È stata fissata per il prossimo 9 novembre l'udienza in Cassazione per la morte di Maria Sestina Arcuri. Dopo essere stato condannato a 22 anni di carcere per aver ucciso la fidanzata ventiseienne, l'ex pugile romano Andrea Landolfi torna in Aula, dopo più di venti udienze.
Inizialmente assolto dai giudici che hanno fatto riferimento ad una doppia caduta dalle scale, sia di Arcuri che del fidanzato, dopo il ricorso presentato da tutte le parti in causa, la Corte d'Assise d'Appello ha ribaltato la sentenza di primo grado nei confronti di Andrea Landolfi, condannandolo a 22 anni. E fra poco più di due mesi la pubblica accusa, la difesa e la parte civile si troveranno nuovamente in Tribunale, per quello che si presenta come l'appuntamento conclusivo dell'intera vicenda. Alla Suprema Corte il compito di fare chiarezza su quanto accaduto in quella tragica notte fra il 3 e il 4 febbraio del 2019.
La morte di Maria Sestina Arcuri
La ragazza è morta ad appena 26 anni, mentre si trovava nella casa della nonna del fidanzato, a Ronciglione, nel viterbese. Dalle prime informazioni, Arcuri sarebbe caduta dalle scale, ma ben presto è stata aperta un'indagine per omicidio: secondo gli inquirenti sarebbe stato il fidanzato, Landolfi, appunto, a lanciarla dalle scale dopo un litigio, uccidendola. Secondo la Corte d’Assise di Viterbo si sarebbe trattato di un incidente domestico: da qui la decisione di assolvere Landolfi.
I giudici: "Landolfi voleva ucciderla"
Ma per i giudici di secondo grado, nel fidanzato ci sarebbe stata la volontà di ucciderla: "L'ha lanciata e ha dimostrato di non aver fatto nulla per cercare di salvarla: l'ipotesi della caduta accidentale è contraria alla logica, alle leggi della fisica e agli accertamenti medico legali sui corpi dell’imputato e della vittima". Per la Corte d'Assise d'Appello, con quella caduta può essere compatibile soltanto una spinta dall'alto.