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Marco Paradiso morto in montagna, l’amico di scalate: “Per noi la vetta è come ossigeno”

“La montagna per noi è come ossigeno, ciao Marcolì ti voglio bene”. È il messaggio di Valerio, amico di Marco Paradiso, l’alpinista romano morto sul Monte Argentera. Domani i funerali a Prati.
A cura di Alessia Rabbai
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Marco Paradiso (Foto di Valerio Carocci)
Marco Paradiso (Foto di Valerio Carocci)

I funerali di Marco Paradiso, l'alpinista romano morto sul Monte Argentera in provincia di Cuneo, saranno celebrati domani, giovedì 3 novembre, a partire dalle ore 9 nella chiesa di Santa Maria del Rosario in via degli Scipioni in zona Prati a Roma. I drammatici fatti risalgono alla scorsa settimana, quando il trentaduenne era uscito per un'escursione sulle montagne che tanto amava e il suo cadavere è stato rinvenuto il 29 ottobre. In tanti scossi per l'accaduto si sono stretti intorno al dolore dei famigliari.

Il messaggio dell'amico: "La montagna come ossigeno"

Tanti i messaggi degli amici anche sui social network, che lo ricordano con affetto, tra i quali quello su Facebook di Valerio: "Action Man se ne è andato. Marco ha concluso la più grande ascensione che si possa fare in vita. Con picche e ramponi, più e più volte abbiamo parlato della consapevolezza del rischio, ma mai abbiamo pensato che quel ‘in ogni caso meglio in vetta, che in ogni altro luogo e modo' potesse diventare realtà. Ora lo è, Marco ha spaccato tutto, come l’acqua che diventa ghiaccio, come una slavina che stravolge il paesaggio".

I soccorritori sul luogo del ritrovamento dell'alpinista romano (Soccorso Alpino e Speleologico Piemonte)
I soccorritori sul luogo del ritrovamento dell'alpinista romano (Soccorso Alpino e Speleologico Piemonte)

Marco, nato e cresciuto a Roma, dopo il lokdown ha lasciato il lavoro e si è trasferito sulle Alpi. Una scelta che gli ha permesso di allontanarsi dalla vita caotica della città per lavorare in smartworking e trascorrere più tempo nella natura, su quella montagna che tanto amava. E dove spesso lo raggiungeva l'amico Valerio: "Quasi ogni venerdì si partiva e si tornava per andare a lavoro il lunedì, non esistevano più altri impegni e desideri. Ci univa la montagna, forse nient’altro, ma bastava nutrirsi di quel sentimento come fosse ossigeno, per capirsi su tutto il resto".

"Escursionista attento e capace"

Valerio descrive l'amico come un alpinista attento e capace: "Marco studiava ogni aspetto in un’escursione, controllava dove fossero puntati i suoi piedi e quelli di tutti i suoi compagni: ‘Occhio, Valè dai più forza alle picche e fai entrare di più i ramponi'. Ma non si può prevenire e prevedere tutto. Marco bello, ora siamo con mamma e papà a Torino, riprendiamo le tue cose, poi ti aspettiamo con loro al Terminillo. Tu non fare tardi stasera, che fa buio prima e noi siamo rimasti a valle. Marco è Action Man, il più grande degli eroi. Ti voglio bene Marcolì".

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