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Marco Gianni ucciso dall’ex della compagna, il killer ammette di aver sparato e resta in carcere

Ha ammesso di aver sparato contro Marco Gianni, uccidendolo: convalidato il fermo per Riccardo Di Girolamo. Nessuna risposta sul movente: “Non so perché l’ho fatto”.
A cura di Beatrice Tominic
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Marco Gianni a sinistra e Riccardo Di Girolamo, a destra.
Marco Gianni a sinistra e Riccardo Di Girolamo, a destra.

È stato ascoltato dal giudice per le indagini preliminari nella mattina di oggi, lunedì 17 aprile, Riccardo Di Girolamo, l'operaio di 33 anni fermato venerdì scorso accusato di aver ucciso Marco Gianni, allenatore di pallamano femminile, mentre si trovava all'interno del vivaio di famiglia a Sabaudia.

Nel corso del colloquio il 33enne ha ammesso di aver sparato alla vittima, colpita in volto, all'interno del vivaio che si trova a Sabaudia, lungo la strada del Villaggio, nella frazione di Borgo San Donato. Non ha fornito invece alcuna spiegazione sul movente, soltanto qualche frase confusa: "Non so perché l'ho fatto". Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, Di Girolamano non aveva accettato che la sua ex convivente avesse una nuova relazione con Gianni. Lasciato dalla donna tre anni fa, già in passato aveva minacciato la coppia.

Le armi nascoste a casa e in automobile

Il 33enne è stato fermato venerdì scorso, il giorno successivo all'omicidio. Durante il colloquio di oggi ha spiegato quanto avvenuto giovedì scorso: ha ammesso di aver sparato e ha spiegato di aver utilizzato due diversi fucili. I carabinieri hanno rinvenuto le armi utilizzate uno all'interno della sua automobile e l'altro nella sua abitazione.  Al termine dell'interrogatorio, il gip Cario ha convalidato il fermo del 33enne e ha disposto la custodia cautelare in carcere.

Chi era Marco Gianni, l'uomo ucciso a colpi di fucile nel vivaio di Sabaudia

Aveva 31 anni ed era un allenatore di pallamano. Il vivaio all'interno del quale si trovava quando è stato ucciso lo scorso giovedì, 13 aprile, era di proprietà di suo padre. Quel pomeriggio stava lavorando, quando è stato raggiunto dal killer con il quale ha iniziato una discussione. Durante la lite, però, il 33enne ha estratto i fucili e ha iniziato a sparargli addosso, raggiungendolo in testa. Nonostante l'arrivo dei soccorritori, allertati non appena uditi gli spari, per il 31enne non c'è stato niente da fare.

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