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Manuela Petrangeli uccisa dall’ex, per i pm c’è premeditazione: “Un femminicidio pianificato”

Contestata anche la premeditazione nei confronti di Gianluca Molinaro che lo scorso luglio ha ucciso la ex Manuela Petrangeli sotto alla struttura sanitaria in cui lavorava, in zona Portuense, a colpi di fucile.
A cura di Beatrice Tominic
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Avrebbe programmato tutto nel dettaglio Gianluca Molinaro, il killer che lo scorso luglio ha sparato dei colpi di fucile contro la ex, Manuela Petrangeli, uccidendola. La donna, una fisioterapista, è stata colpita poco dopo essere uscita dal turno di lavoro in una struttura sanitaria, la casa di cura Villa Sandra. Petrangeli stava raggiungendo l'automobile parcheggiata in via degli Orseolo, all'altezza del civico 36 quando l'uomo è arrivato in macchina e ha fatto fuoco.

Nei suoi confronti la procura di Roma contesta anche l'aggravante della premeditazione: non soltanto le ha sparato, uccidendola, ma avrebbe premeditato il delitto. L'accusa iniziale era quella di omicidio volontario e detenzione abusiva di armi a cui si aggiunge quello di ricettazione e, dopo aver svolto gli opportuni accertamenti nei telefonini di Molinaro e Petrangeli, anche quello di stalking.

Uccisa dopo il turno di lavoro: cosa è successo a Manuela Petrangeli

Sarebbe rientrata a casa poco dopo, dopo essere passata a prendere il figlio. "La mamma arriva presto", avrebbe detto Petrangeli al bambino, prima di raggiungere l'automobile parcheggiata lungo la strada, insieme a quella di altri dipendenti della struttura. In quel momento è arrivato in Smart Molinaro, operatore sociosanitario di 53 anni, ha abbassato il finestrino ed estratto il fucile. Ha preso la mira su Petrangeli e ha fatto fuoco. Le ha sparato alcuni colpi, il secondo è stato fatale. Per lei, nonostante il pronto intervento dei colleghi, scattati non appena sentiti i colpi, non c'è stato nulla da fare.

Molinaro, convinto poi al telefono dall'ex compagna, con cui ha chiuso una relazione prima di iniziare quella con Petrangeli, è andato alla caserma dei carabinieri di Casalotti, che hanno sequestrato l'arma, con matricola parzialmente illeggibile. Ha confessato il femminicidio. È stato trasferito nel carcere di Regina Coeli, a fine settembre verrà sottoposto ad un nuovo interrogatorio: tramite la sua legale ha fatto sapere che, a differenza dell'incontro precedente, quando si era avvalso della facoltà di non rispondere, stavolta parlerà ai pm, come riportato dall'edizione locale de il Messaggero.

La premeditazione secondo i pm

Secondo quanto ricostruito dai pm, si tratterebbe di un femminicidio organizzato nel dettaglio. Molinaro, prima di uscire di casa armato di fucile, aveva inviato dei messaggi ad un suo amico conosciuto in palestra. Gli diceva di essere giunto al limite della sopportazione, di essere fatto alla vecchia maniera e che avrebbe presto preso due piccioni con una fava.

Secondo quanto ricostruito, Molinaro aveva già mostrato di essere violento in diversi episodi, anche con la compagna precedente, che lo ha denunciato. La relazione con Petrangeli si era conclusa da tre anni, eppure continuava ad essere insistente con la donna: sembra che avesse installato delle videocamere in casa della donna per spiarla. La chiavetta con le immagini, consegnata da Molinaro stesso ad una collega di lavoro, è stata poi acquisita dai carabinieri. È a loro che spetta il compito di accertare il presunto piano dell'uomo in quella tragica giornata.

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