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Manuela Petrangeli uccisa dall’ex a fucilate, l’autopsia: “Fatale il proiettile che l’ha colpita al cuore”

Il proiettile che ha colpito al cuore Manuela Petrangeli le è risultato fatale, uccidendola sul colpo. L’ex Gianluca Molinaro resta in carcere, convalidato il fermo.
A cura di Alessia Rabbai
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Manuela Petrangeli è stata colpita al cuore da un proiettile di fucile, il quale le è risultato fatale e che l'ha uccisa sul colpo, mentre un altro le si è conficcato in un braccio. Sono i primi risutlati dell'autopsia svolta sulla salma della cinquantenne. Gli accertmenti autoptici si sono svolti nella mattinata di ieri, sabato 6 luglio, nell'Istituto di Medicina legale di Tor Vergata a Roma. Questi i primi risultati, Manuela vittima di femminicidio è stata uccisa a colpi di fucile nella mattinata di giovedì scorso 4 luglio in via degli Orseolo in zona Portuense, nei pressi della casa di cura Villa Sandra, dove la donna lavorava come fisioterapista.

Gianluca Molinaro era ossessionato dall'ex

Ad uccidere Manuela è stato Gianluca Molinaro, operatore socio-sanitario nella struttura Don Guanella di via Aurelia Antica, cinquantunenne suo ex compagno, con il quale aveva avuto un figlio, che oggi ha nove anni. Nonostante la loro relazione fosse finita da tre anni e Molinaro avesse una nuova compagna, lui non lo aveva accettato ed era ossessionato dall'ex. Questo sarebbe il movente del femminicidio, ne è convinto il fratello di Manuela, che lo ha detto al Messaggero. Manuela non lo aveva mai denunciato in passato, per paura che potesse fare del male a lei e a loro figlio, fino purtroppo al tragico epilogo.

I punti ancora da chiarire del femminicidio di Manuela Petrangeli

Gianluca Molinaro ha confessato il delitto e si trova nel carcere di Rebibbia per omicidio aggravato e detenzione abusiva di armi, ed è in isolamento. Assistito dall’avvocata Eleonora Nicla Moiraghion, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Roma ha convalidato il fermo con la misura di custodia cautelare, per pericolo di reiterazione del reato. Sul femminicidio restano ancora da chiarire alcuni punti, ossia come e da chi abbia preso l'arma del delitto, il fucile a canne mozze con la matricola illeggibile. Per il gip la sua è "una personalità altamente pericolosa, soprattutto nella gestione dei rapporti sentimentali, da cui scaturiscono impulsi che non riesce evidentemente a controllare".

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