Manifestazione per Emanuela Orlandi, il fratello: “Padre Georg mente, mi ha parlato del dossier”
Avrebbe festeggiato i suoi 55 anni oggi, Emanuela Orlandi, sparita il 22 giugno di quasi quaranta anni fa. Come ogni anno suo fratello Pietro ha scelto di ricordarla con un sit-in a Largo Giovanni XIII, a pochi passi da via della Conciliazione e dal Vaticano, quello Stato che conoscerebbe la verità su sua sorella ma che non ha mai parlato a riguardo.
"Padre Georg nel suo libro ha scritto che non è mai esistito un dossier su Emanuela – ha spiegato Pietro Orlandi ai microfoni di Simona Berterame, davanti ad una moltitudine di persone – Eppure tempo fa me ne ha parlato".
Il dossier su Emanuela Orlandi in Vaticano
Questa versione dei fatti, inoltre, sarebbe confermata anche dall'avvocata Francesca Immacolata Chaouqui, che si è detta pronta a riaprire il processo di Vatileaks 2. "Non volendo ho letto molte cose su Emanuela Orlandi, se le rivelassi non aiuterei nessuno, non farei il bene della Chiesa. Non è il mio ruolo, non sono io a doverle dire", aveva dichiarato nel 2017 all'uscita del suo libro.
E oggi, con l'apertura del fascicolo annunciato dalla magistratura vaticana, l'avvocata è tornata a parlarne: "Sono finalmente libera di far trionfare la verità e di contribuire a mettere un punto ad una storia durata quaranta anni – ha scritto sui social – Ora ci siamo. Qualche giorno ancora".
La speranza di trovare la verità
Come spiegato a Fanpage.it dal promotore della giustizia vaticana, Alessandro Diddi, l'apertura di un fascicolo sul caso è un "atto dovuto", viste le numerose istanze e denunce presentate dalla famiglia, tramite l'avvocata Laura Sgro, negli ultimi anni.
La speranza di Pietro e della sua famiglia, ora più che mai, è quella di riuscire a fare luce su quanto avvenuto dopo quel 22 giugno 1983 ad Emanuela. "Come il suo predecessore è rimasto in silenzio fino alla morte", aveva scritto a proposito di papa Ratzinger, non appena saputo della sua morte lo scorso 31 dicembre. E, proprio per questo, nella locandina dell'evento di oggi non era mancato il riferimento al comportamento degli ultimi tre papi, quelli che si sono succeduti dalla sparizione di Emanuela.
"Il silenzio li ha resi complici", si leggeva sotto alla foto dei tre: Wojtyla, Ratzinger e Bergoglio. Eppure, proprio grazie all'ultimo, la Santa Sede ha deciso di aprire le indagini sul caso di sua sorella: un passo avanti che potrebbe rivelarsi utile affinché la verità possa emergere. Anche dopo tutti questi anni.