“Mamma aiuto, mi hanno sparato”: boss della droga gambizzato a Tor Bella Monaca
Gli hanno sparato cinque colpi d'arma da fuoco, colpendolo al gluteo e alla coscia. L'impressione è che volessero ucciderlo, e che solo per caso i sicari non ci siano riusciti: Giancarlo Tei, 27 anni, considerato uno dei boss con in mano lo spaccio di Tor Bella Monaca, ha rischiato di perdere la vita sabato sera. L'attentato è avvenuto in via Scozza, proprio nei pressi della sua abitazione: le sue urla sono risuonate in tutta la zona. A portarlo in ospedale, al Policlinico di Tor Vergata, è stata la madre. "Aiuto mi hanno sparato chiamate mia madre", ha urlato a più riprese mentre era in terra agonizzante.
Sottoposto a una delicata operazione, Tei se la caverà. Già in passato era stato ferito a colpi d'arma da fuoco. Ma chi gli ha sparato, ha detto ai carabinieri che indagano sul caso, non lo sa. O almeno così dice, dato che nel mondo della criminalità organizzata fare nomi non è prassi comune, anche in casi estremi come quelli di un tentato omicidio.
Per Tei, solo pochi giorni fa, la Procura di Roma aveva chiesto l'arresto. Secondo gli investigatori Tei non è un pusher qualunque, ma uno dei capi dello spaccio nella zona di Tor Bella Monaca, con legami non solo con il boss albanese Elvis Demce, già braccio destro di Fabrizio ‘Diabolik' Piscitelli, ma anche con la ‘ndrangheta. Il suo sarebbe un ruolo così di rilievo, da portarlo a trattare direttamente con le cosche per portare la droga a Roma.
"Collaborava stabilmente con Demce nelle attività di acquisizione (quale referente su Roma per i familiari calabresi) e distribuzione all’ingrosso delle partite di narcotico, consegnandole ai vari clienti dell’organizzazione e ricevendo inoltre da Demce disposizioni circa il reperimento del denaro contante derivante dalle cessioni all’ingrosso e al dettaglio", le parole nell'informativa dei pm, riportate da Il Corriere della Sera. I giudici però, hanno respinto la richiesta di arresto per lui e altri presunti membri dell'organizzazione.