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Maltratta moglie e figli minorenni, le diceva: “Non sei una vera madre, hai partorito col cesareo”

“Hai partorito con un cesareo, non sai nemmeno fare i figli, sei di una razza inferiore”, le diceva. Poi le violenze e le botte, anche verso i figli minorenni. Dal carcere ora si trova ai domiciliari.
A cura di Beatrice Tominic
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Maltrattamenti, violenze e insulti. "Non sei una vera madre, hai partorito con un cesareo – le diceva – Devi restare a casa con i figli. Sei una donna e non sei europea, sei di una razza inferiore". Queste le parole con cui un uomo di 40 anni residente a Sutri da anni, si rivolgeva alla moglie, una donna di 46 anni.

Le negava l'accesso ai conti corrente, le rivolgeva soltanto insulti e offese, la picchiava e la violentava. Così, dopo 13 anni di sofferenza, la donna ha deciso di denunciare il marito per maltrattamenti in famiglia. Oltre a prendersela con lei, l'uomo picchiava anche i tre figli di 12, 8 e 6 anni di età.

Vita da incubo per la 46enne

Violenze fisiche, psicologiche, sessuali. Offese e insulti, il quarantenne minacciava di morte la moglie e la maltrattava. Lo stesso comportamento era rivolto anche ai tre figli della coppia. Ubriaco, una volta l'ha colpita sulla fronte con una testata, le lanciava oggetti addosso e la colpiva con calci e pugni. Costretta ad uscire a passeggiare con una gravidanza a rischio, si è sentita male ed è stata trasportata d'urgenza al policlinico Gemelli di Roma. E il piccolo è nato prematuramente.

Insulti alla moglie: "Sei di razza inferiore"

"Devi fare quello che dico io. Tu sei di razza inferiore", le diceva lui sottolineando le loro origini inglesi, mentre lei era originaria del Perù. Il comportamento non cambiava neppure davanti ai conoscenti della coppia. "È cresciuta fra le montagne del terzo mondo, è ignorante. Non conosceva le stelle e non sapeva che il mondo era tondo", diceva della donna mentre nei figli instaurava, come racconta l'edizione locale de il Messaggero, un regime di terrore. "Ve la faccio pagare, dovete ubbidirmi", diceva loro.

Il tentativo di scappare e la denuncia

Per oltre 10 anni la quarantaseienne ha subito angherie e atteggiamenti del genere. Poi ha provato a scappare il marito. Voleva lasciarlo e fuggire in un altro Stato. Da quel momento la situazione si è ancora più inasprita e le minacce sono aumentate. "Se mi lasci ti ammazzo, voglio ucciderti", le ha detto. Così, invece, ha presentato denuncia. E per lui è scattato il processo. Da marzo l'uomo si trova in carcere, nella casa circondariale di Viterbo, ma nel corso dell'ultima udienza, nei giorni scorsi, l'avvocato che lo difende ha chiesto per lui gli arresti domiciliari e il braccialetto elettronico.

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