“Malnutriti e disperati”: le storie di chi ha vissuto nella casa per anziani di Maricetta Tirrito
"Sono fiduciosa che le forze dell'ordine comprendano qual è la situazione e lascino in pace queste persone". Maricetta Tirrito si difendeva così sui suoi social mesi fa, attraverso un lungo video registrato dopo un'ispezione avvenuta nella sua cohousing ad Ardea. Volto noto e conosciuto come paladina dell'antimafia e nella lotta alla violenza sulle donne, oggi si trova in carcere con l'accusa di aver di aver raggirato e truffato alcuni anziani che vivevano nella sua struttura, oggi sgomberata e chiusa. Secondo le accuse della procura di Velletri, la Tirrito avrebbe usato i soldi degli anziani ospiti della sua cohousing, circa 385mila euro, per spese personali di vario tipo. Viaggi, pranzi, cene e perfino un intervento chirurgico che sarebbe stato pagato con carte Postepay intestate agli ospiti. Il tutto reso possibile, hanno ricostruito gli investigatori nelle carte dell'inchiesta, da alcuni certificati falsi emessi da un medico compiacente oggi finito tra gli imputati.
La storia di Luigi
Tutto è partito da una denuncia presentata dai vicini di casa di Luigi Bonomo, ospite della struttura per alcuni mesi e poi deceduto in ospedale. Luigi inizia a lasciarsi andare dopo la perdita della moglie e viene beccato a guidare contromano in autostrada. Da lì diventa necessario affidare l'anziano ad un amministratore di sostegno, non avendo figli e nipoti. Nell'attesa di questa procedura Luigi finisce nella Silver Cohousing. L'anziano è solo, non ha parenti nelle vicinanze ma a chiedere di lui ci sono i suoi vicini di casa Daniele e Roberta. La coppia tenta in tutti i modi di avere notizie di Luigi ma non ricevono mai risposta dal suo numero di cellulare. Daniele riesce ad avere delle brevi conversazioni con Maricetta: "Una prima volta si è presentata e mi ha mandato una foto di Luigi a tavola con un piatto di pasta – ci racconta Daniele – poi ho provato di nuovo a sentire Luigi senza successo e lei mi ha detto che era stato trasferito". Successivamente avviene l'episodio più inquietante, che ha poi spinto Daniele e Roberta a sporgere denuncia. I coniugi si accorgono che ci sono delle persone all'interno dell'appartamento del loro anziano vicino. Si tratta di Maricetta Tirrito accompagnata da altre tre persone. "Scattavano delle fotografie e portavano via oggetti riponendoli all'interno di alcuni sacchi neri" racconta Daniele che decide di chiamare le forze dell'ordine. "Ho provato a prendere tempo per fare in modo che non andassero via, mi sono messo anche davanti alla loro auto per impedirgli di allontanarsi ma la situazione si stava facendo troppo tesa e mia moglie mi ha trascinato via. Le forze dell'ordine sono arrivate un'ora dopo". Quell'episodio ha poi convinto i due a presentare una denuncia. "Nel frattempo continuavamo a non sapere dove si trovasse Luigi, fino a quando abbiamo saputo dello sgombero della struttura di Maricetta". Ma Luigi era già in ospedale, ricoverato in gravi condizioni e poco dopo morirà.
La testimonianza di Gigliola
Gigliola Iannuzzi ha vissuto nella Silver cohousing per diversi anni, insieme alla sorella maggiore Rosa che oggi non c'è più. Lei è diventata una delle testimoni chiavi di questa brutta storia. "Quando quando sono entrate le forze dell'ordine – ci racconta Gigliola – il commissario appena mi vide disse che dovevo subito andare in ospedale per una brutta infezione ad una gamba". Secondo il racconto della donna, lei era stata dimessa solo alcuni giorni prima ma non avrebbe poi ricevuto nessuna medicazione una volta tornata nella cohousing. "La mia ferita non è stata medicata per una settimana, mi dicevano che non c'erano soldi per le medicine". Oltre alla carenza di medicinali, Gigliola denuncia pure penuria di cibo: "La mia colazione? Due fette biscottate senza nulla e due dita d'acqua, quando ero fortunata ottenevo anche un po' di latte".
Il processo
Pochi giorni fa è arrivata la conferma del rinvio a giudizio per Maricetta Tirrito e altri tre imputati. Il processo per loro inizierà il 3 maggio mentre un quinto imputato affronterà un giudizio separato. Le accuse sono, a vario titolo, quelle di omicidio con dolo eventuale, circonvenzione d’incapace, esercizio abusivo della professione medica, falso ideologico e materiale, aggravati dall’aver commesso il fatto per conseguire il profitto delle condotte delittuose consumate. Dobbiamo però precisare che il Gip ha fatto cadere l'accusa di omicidio con dolo eventuale, contenuta nelle carte dell'ordinanza a chiusura delle indagini. Il giudice ha infatti accolto la tesi che non ci sia stato un nesso tra il decesso di Luigi Bonomo con quanto accadeva nella cohousing di Ardea. Cosa significa per il processo ce lo spiega l'avvocato della Tirrito Emanuele Fierimonte: "La contestazione relativa all'omicidio continua ad essere all'interno del capo di imputazione ma con la precisazione che non ci sono gravi indizi di colpevolezza in merito. Perciò a dicembre il Gip, durante l'interrogatorio di garanzia, ha revocato l'applicazione della custodia cautelare alla Tirrito con riferimento a questo fatto specifico".
La difesa
Dal canto suo Maricetta Tirrito respinge tutte le accuse e dal carcere continua a professare la sua innocenza. "I parenti sapevano dell'uso dei soldi, l'arresto è un attacco personale e un'ingiustizia nei miei confronti" ha detto durante delle dichiarazioni spontanee davanti al gip. Ora bisognerà però aspettare maggio con l'apertura del dibattimento, presso il Tribunale di Frosinone, per sapere come evolverà la fase giudiziaria di questa storia.