Malagrotta, lavoratori della manutenzione a rischio: da 10 giorni nessun controllo su percolato e gas

Di Alessandro Coltrè
Nella discarica di Malagrotta non ci sono addetti agli impianti per la captazione del biogas e del percolato. È così dal 5 marzo scorso, da quando 29 lavoratori specializzati sono stati messi in ferie forzate e con il rischio di non essere più impiegati nelle operazioni necessarie per la bonifica dell’area che ha ospitato la discarica più grande d’Europa.
Nel caso di Malagrotta parliamo di una superficie di 146 ettari con un perimetro di 5 km per un invaso che in mezzo secolo ha accolto quasi 45 milioni di tonnellate di rifiuti. Chiusa ai conferimenti di rifiuti urbani nel 2013, la discarica creata da Manlio Cerroni sta vivendo la sua fase post-mortem, ossia la gestione del sito caratterizzata da una serie di lavori che puntano al controllo e al risanamento di una zona utilizzata come impianto di smaltimento.
Per arrivare alla copertura finale di Malagrotta, come in ogni discarica, bisogna continuare la manutenzione ordinaria del sito scongiurando problemi ambientali e possibili episodi di contaminazione. Con gli operai specializzati in ferie forzate il rischio è quello di non avere un controllo sul percolato e sui gas che si sprigionano dalla fermentazione dei rifiuti stipati a Malagrotta.
“Al momento l’emungimento del percolato è fermo, come è ferma l’estrazione del biogas. Noi 29 siamo addetti alla manutenzione ordinaria della parte chiusa della discarica , ma siamo stati mandati in ferie forzate. Il dottor Luigi Palumbo ha detto che non ci sono più soldi nelle casse e non riesce a mandare avanti la struttura”, racconta a Fanpage.it uno dei lavoratori messi in ferie forzate.
A Luigi Palumbo dal 2018 è affidata in amministrazione giudiziaria la E.Giovi Srl, società riconducibile al gruppo Cerroni , coinvolta nelle inchieste per associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti. Il 16 gennaio scorso il tribunale di Roma hanno condannato il “re della monnezza” e i legali rappresentanti del consorzio Colari e della E.Giovi fino al 2014 per la gestione della discarica di Malagrotta perché “in concorso tra loro al fine di profitto e con attività organizzata gestivano abusivamente e abitualmente ingenti quantitativi di rifiuti speciali".
Dopo questa condanna la società E. Giovi è stata posta sotto confisca. Situazione che ha spinto Palumbo a parlare di mancanza di liquidità anche durante la sua audizione in commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti. Che fine faranno i lavoratori che da anni si occupano della manutenzione di quel che resta dell’impero tossico di Cerroni?
La risposta potrebbe arrivare dal Generale Giuseppe Vadalà, dal 2022 commissario unico per la bonifica di Malagrotta. Con i 250 milioni di euro del fondo sviluppo e coesione, Vadalà dovrà portare a termine il cronoprogramma dei lavori necessari a realizzare la messa in sicurezza, il capping finale e il ripristino ambientale. E ora siamo nella fase operativa, con i primi cantieri per la cinturazione del sito e con gli interventi per evitare perdite di percolato e biogas. Lo scenario che potrebbe ripercuotersi sui lavoratori della discarica è quello della cessione del ramo d'azienda.
Un epilogo che potrebbe disarcionare dai lavori di gestione del post mortem e della bonifica chi in questi anni ha vissuto la transizione della discarica da attiva a dismessa. Il commissario terrà conto dei 29 lavoratori che in questi anni hanno fatto i conti con il lascito di Cerroni? Per ora, dopo l'incontro avvenuto ieri venerdì 14 marzo tra Vadalà e i sindacati l'unica decisione resta quella delle ferie forzate fino a fine marzo.
La domanda è al centro delle proteste dei sindacati:“Siamo basiti sulla tempistica e sulla modalità di questa gestione e fortemente preoccupati sia per i lavoratori che per la tenuta della sicurezza del territorio”, spiega Gianluca Deiua della Fit-Cisl Roma e Lazio. “Malagrotta senza lavoratori per dieci giorni è una bomba a orologeria”.
A lanciare l’allarme per l'assenza di manutenzione quotidiana a Malagrotta è anche Angelo Vastola, consigliere del municipio XI, presidente della commissione ambiente e attivista ambientale: "I 29 operai sono essenziali per gestire al meglio la captazione del biogas e la gestione del percolato. Sono le persone che conoscono ogni parte della discarica senza questi lavoratori esperti rischio di sversamenti tossici e dispersioni incontrollate aumenta ogni ora. La discarica può essere gestita solo da chi la conosce a fondo Non si può sostituire chi da anni lavora sul campo, garantendo la sicurezza dell’impianto”.