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“Mail la sera dell’ultimo giorno, ci hanno umiliato”: i lavoratori Alitalia tra dolore e riscatto

Il racconto dei lavoratori Alitalia rimasti a terra: gli ultimi giorni, le proteste e le prospettive future, tra desiderio di riscatto e preoccupazione. Parlano alle telecamere di Fanpage.it gli assistenti di volo e i piloti che dal 15 ottobre sono in cassa integrazione, insieme ad altri 8000 colleghi: “È successo quello che temevamo. Una sconfitta, un dolore che è continuato in questi giorni”.
A cura di Luca Ferrero
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Alitalia è sparita dai radar lo scorso 15 ottobre. La nuova compagnia di bandiera ITA Airways ha lasciato a casa oltre 8000 lavoratori, tra assistenti di volo, piloti, handling e manutenzione. La neonata azienda di stato ha scelto di scaricare gli storici dipendenti, annunciando selezioni aperte a tutti. Dei nuovi assunti, circa il 30% sono persone che non hanno mai volato sugli arei tricolore. Migliaia di famiglie, oggi, sono senza lavoro e senza certezze sul futuro. "Ci hanno mandato una mail alle 11 di sera – racconta Maria Cristina Valeri, hostess Alitalia dal 1998 – me lo ricordo perché ero presente in aeroporto per l’ultimo volo Alitalia. Una mail, neanche nominativa, che diceva "la preghiamo di prendere visione dell’allegato": dentro c’era la comunicazione di messa in cassa integrazione". Le voci degli ex dipendenti rimasti a terra alle telecamere di Fanpage.it: il racconto degli ultimi giorni, le proteste e le prospettive future, tra desiderio di riscatto e preoccupazione.

L'assistente di volo: "È successo quello che temevamo, il dolore continua"

È entrata in Alitalia il 15 ottobre del 1998, "lo stesso giorno in cui Alitalia oggi ha chiuso i battenti, 23 anni fa". L'assistente di volo racconta il suo passato con gli occhi che brillano: "Mi ricordo che mia madre mi accompagnava per 120km per fare le selezioni a Roma. Poi ho iniziato il corso da assistente di volo". Ma quando racconta gli ultimi mesi in Alitalia, la voce di Maria Cristina Valeri si spezza: "Tra un volo e l’altro abbiamo organizzato un sacco di manifestazioni. Gli ultimi mesi sono stati faticosi ma sono inevitabilmente sono finiti. Quello che noi temevamo è successo". Anche lei ha partecipato alla manifestazione in Campidoglio, dove le hostess si sono spogliate in segno di protesta. Ma oggi, quando il ritmo delle proteste sembra rallentare, resta il dolore: "Non saprei come definirla. Una sconfitta, un dolore: dolore che è continuato in questi giorni, che è continuato durante gli ultimi voli che abbiamo fatto".

Il pilota: "In Alitalia da quando avevo 21 anni, mi mancano i cieli stellati sull'oceano"

Fabrizio Gessini, invece, ha fatto tutta la sua carriera in Alitalia, dall'età di 21 anni fino al prestigioso incarico di comandante del Boeing 777. Ai microfoni di Fanpage.it si racconta: "Mi mancheranno due cose: i cieli stellati sull’oceano e quel contatto con i colleghi, che condividevano con me quella stessa strana vita di persone in giro per il mondo, senza orari, lontani dalle famiglie". Per un pilota con anni di esperienza non è facile rimanere a terra: "Preferisco andarmi a cercare un’altra cosa. Così sono io a fare la ‘discontinuità'. Penso che il mercato ci sia e che le persone stanno iniziando a muoversi".

"La discontinuità è il lavoratore: ci hanno umiliato"

Ma non tutti gli 8000 lavoratori rimasti a casa hanno così tanta fiducia nel futuro. "Sono disorientata – spiega Maria Cristina –  mi rimboccherò le maniche come tutti noi, sapendo però che non sarà facile". Gli ex dipendenti Alitalia, faticano ancora a comprendere le scelte di azienda e governo. "Non so quanti dipendenti – dichiara il pilota – definiscano la loro azienda ‘mamma Alitalia'. Questo fortissimo senso di appartenenza è stato decisamente sottovalutato. Si è deciso di buttare tutto nel cestino". Il commento dell'assistente di volo è decisamente più secco e amaro: "Questa discontinuità tra vecchio e nuovo cos’è? Solo il lavoratore: ti hanno preso il tuo lavoro, te l’hanno tolto e te l’hanno ridato dimezzato. Ti hanno umiliato".

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