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“Magari torna miracolato”: maestre deridono bimbo autistico, la procura chiede l’archiviazione

La procura di Roma ha chiesto l’archiviazione per le tre insegnanti di una scuola materna di Roma indagate per diffamazione. Avevano deriso un bambino autistico in chat chiamandolo “ansia” e gioendo quando si era ammalato di covid.
A cura di Natascia Grbic
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"Non svegliate il can che dorme". "Speriamo che dorme e che non stia arrivando". "Magari torna miracolato". Questi alcuni dei messaggi che tre maestre di una scuola materna di Roma si sono scambiate in un gruppo WhatsApp riferendosi a Luca, un bambino autistico della loro classe. Il piccolo veniva costantemente deriso e denigrato dalle insegnanti, che lo chiamavano ‘ansia' e avevano anche gioito quando aveva preso il covid. Una vicenda che aveva provocato molta sofferenza alla madre del bambino e a lui stesso, tanto da aver smesso di frequentare la scuola. È notizia di oggi che la procura di Roma ha chiesto l'archiviazione per le tre insegnanti, indagate per il reato di diffamazione, perché quelle frasi, secondo il pubblico ministero, non sarebbero "denigratorie della reputazione del minore".

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Il legale: "Dai messaggi disprezzo per il bambino"

"Le suddette conversazioni, ampiamente documentate mediante screenshot allegati alla denuncia in atti, manifestano un chiaro disprezzo nei confronti del minore, la cui assenza da scuola viene accolta con ilarità, sollievo e con emoticon beffarde", il commento dell'avvocato della famiglia del piccolo, Sergio Pisani. "Contrariamente a quanto sostiene il pubblico ministero sono commenti che trascendono ogni normale manifestazione di disagio lavorativo e assumono un chiaro connotato denigratorio, discriminatorio e lesivo della dignità del bambino". Per Pisani, quelle frasi "denotano volontà di sminuire, ridicolizzare e stigmatizzare il minore per la sua condizione patologica, in un contesto lavorativo (scuola) dove invece egli dovrebbe essere tutelato e l'utilizzo di emoticon canzonatorie rafforza il tono offensivo e volontario, ben al di là di un generico malessere lavorativo".

A commentare la richiesta di archiviazione, anche Asia Maraucci, presidente dell'associazione La Battaglia di Andrea, che sin dall'inizio ha affiancato la madre di Luca in questa vicenda. "Siamo sconvolti e arrabbiati. Questa richiesta di archiviazione potrebbe creare un bruttissimo precedente in Italia che permetterebbe ad altri insegnanti di emulare il gesto di questi loro colleghi senza tutela alcuna per alunni disabili e familiari. Combatteremo insieme all'avvocato Sergio Pisani affinché sia data giustizia al piccolo Luca".

"Contente quando avevamo il covid, messaggi che fanno male"

"Ho letto messaggi che mi hanno fatto male: nella chat le maestre chiamavano mio figlio ‘ansia', scrivevano cose del tipo ‘domani ce tocca, ci faremo sostegno l'un con l'altra'. Soprattutto quando abbiamo avuto il covid erano contente, l'insegnante di sostegno metteva faccine sorridenti informando le altre maestre che eravamo ancora positivi e che quindi il bambino non tornava. Dicevano che le loro giornate cominciavano bene perché mio figlio non c'era", aveva dichiarato la madre di Luca a Fanpage.it. La donna era andata dalle maestre, chiedendo il perché di quelle frasi, ma non le avevano risposto.

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