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Mafia ad Aprilia, arrestato sindaco: “Almeno 200 voti su 453 ottenuti in cambio di assunzioni e lavori”

Secondo quanto emerso dalle indagini, Lanfranco Principi avrebbe promesso assunzioni e lavori in cambio di voti. Il sindaco è accusato di concorso esterno di associazione mafiosa.
A cura di Beatrice Tominic
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A sinistra il sindaco di Aprilia Lanfranco Principi e a destra la conferenza stampa con il procuratore Lo Voi e la procuratrice Calò.
A sinistra il sindaco di Aprilia Lanfranco Principi e a destra la conferenza stampa con il procuratore Lo Voi e la procuratrice Calò.

Duecento voti su 453 ottenuti in cambio di lavori e assunzioni. Anche per questo sono scattati i domiciliari nei confronti del sindaco di Aprilia Lanfranco Principi. A dirlo sono il procuratore capo della Capitale Francesco Lo Voi e la procuratrice aggiunta Calò nel corso della conferenza stampa di oggi ospitata nella Procura di Roma a qualche ora dal blitz dell'antimafia nella cittadina pontina.

Perché il sindaco di Aprilia Lanfranco Principi è stato arrestato

"Il dato non è riferito alle ultime elezioni, ma a quelle precedenti con candidatura alle elezioni comunali, quando, accettando la promessa di procurare voti da due imprenditori che sono ritenuti appartenuti in termini di gravità indiziaria all'organizzazione mafiosa avvalendosi della forza di intimidazione di vincolo associativo e dell'assoggettamento e di omertà che ne deriva – ha precisato Calò – Promessa mantenuta. Almeno 200 voti di preferenza su 453 in totale in cambio della promessa di erogazione di utilità per gli affiliati costituita in affidamento di lavoro a ditte loro riconducibile, in assunzione di personale, nell'accelerazione di pagamenti da parte dell'amministrazione comunale dovuti".

Collegata allo scambio elettorale politico mafioso è anche la contestazione di concorso esterno in associazione mafiosa, con riferimento al periodo in cui Principi era vicesindaco e assessore nella giunta guidata da Antonio Terra, con delega alle Finanze, Tributi, Personale, Affari Generali e alle Aziende Partecipate che avrebbe visto il contributo al rafforzamento del gruppo criminale.

Le accuse

Per Lanfranco Principi, eletto nel 2023 con il centrodestra, si prospettano i reati di concorso esterno di associazione mafiosa del 110 e del 416 bis. "Ci tengo a sottolineare in questa fase, nei confronti del soggetto appena nominato che per gli altri 25 raggiunti dalle custodie cautelari o indagati, siamo nella fase delle indagini preliminari", ha sottolineato Lo Voi.

Principi, classe 1964, è entrato nel consiglio comunale di Aprilia per la prima volta nel 2002, poi è stato vicesindaco, come accennato in precedenza, dal 2018 al 2022 ed, infine, eletto nel 2023 con la lista di centrodestra sostenuta anche da Lega e Fratelli d'Italia. Dopo il blitz di oggi, si trova agli arresti domiciliari.

Mafia ad Aprilia: "Gruppo autoctono su modello di Ndrangheta e Camorra"

Quella di Aprilia sgominata stamattina dall'antimafia è sì un'organizzazione di stampo mafioso, ma autoctona nata su ispirazione di Ndrangheta, Camorra e Cosa nostra. A dirlo sempre lo Voi: "Secondo quanto appreso dalle indagini, il gruppo mafioso di Aprilia non deriva dal trasferimento di componenti delle casemadri mafiose, ma non le disdegna – spiega ai giornalisti, fra cui Simona Berterame di Fanpage.it – Anzi, si è avvicinato ai gruppi di natura storicamente mafiosa, in particolare quelli di ‘ndranghetisti e camorristi in uno dei centri più grandi del Lazio, con approssimativamente fra le 75mila ed 80mila abitanti".

Le indagini sono iniziate nel 2018: il sistema mafioso di Aprilia ha operato a lungo, fino a tempi molto recenti. "Nonostante la fase preliminare e i dibattiti sul tema, gli elementi emersi con le indagini ci confermano che la mafia c'è, anche a Roma. Si tratta di gruppi autoctoni, ma le modalità e i reati sono gli stessi dei gruppi mafiosi storici", ha poi concluso Lo Voi.

I reati contestati: come funzionava la struttura del gruppo mafioso

Spaccio, dall'approvvigionamento alla distribuzione fino al controllo delle piazze. Redistribuzione del denaro con i metodi tipici dell'associazione mafiosa. E, ancora, estorsione aggravata, rapina, lesioni, minacce, usura ed esercizio abusivo della professione finanziaria, detenzione e porto illegale d'armi, controllo delle attività economiche, degli appalti e dei servizi pubblici. Questi i reati contestati, a vario titolo, alle 25 persone raggiunte dalle misure cautelari questa mattina.

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