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Madre e figlia parrucchiere arrestate per usura: prestiti con interessi da capogiro pena ritorsioni

Mamma e figlia parrucchiere sono state arrestate per usura. Concedevano prestiti con tassi annui da capogiro, pena minacce e ritrosioni. I pagamenti in sospeso venivano annotati su appositi registri. Le misure cautelari sono scattate a seguito delle indagini condotte anche con intercettazioni telefoniche.
A cura di Alessia Rabbai
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Immagine di repertorio (La Presse)
Immagine di repertorio (La Presse)

Concedevano prestiti alle loro clienti ed altre persone, per cifre comprese tra i 500 e i tremila euro, chiedendoli indietro con interessi annui fino al 104,28 per cento. Nel caso in cui chi si trovava in debito non riusciva a saldarli, pene erano minacce e ritorsioni non solo verbali, ma anche fisiche. Gli agenti della Polizia di Stato del Commissariato Fidene-Serpentara e della polizia locale del III Gruppo Nomentano hanno arrestato una mamma e sua figlia, che esercitavano la professione di parrucchiere in zona San Pietro. Come riporta Il Corriere della Sera, le misure di custodia cautelare sono scattate per volere del giudice, al termine delle indagini condotte dalla Procura della Repubblica di Roma. Nello specifico, l'accusa pendente nei loro confronti è quella di usura.

Mamma e figlia annotavano i prestiti da saldare su appositi registri

Le indagini, durate diversi mesi, sono partite a maggio 2018 e si sono concluse a dicembre, hanno portato alla luce responsabilità a carico di cinque persone che sono finite sotto processo. Le verifiche sono partite dalle denunce di alcune vittime che sono finite nella loro rete e che, facendosi coraggio, si sono rivolte alle forze dell'ordine, denunciando l'accaduto e le minacce subite. Coinvolgimento nei fatti che è emerso grazie al lavoro degli investigatori, che partiti gli accertamenti coordinati dalla Procura, si sono avvalsi di intercettazioni ambientali e telefoniche, alla ricerca di prove ch potessero incastrarle, dimostrare le loro responsabiiltà e il loro ruolo nella vicenda. Da una delle registrazioni è venuta alla luce la complicità tra madre e figlia in conversazioni che riguardavano gli ‘affari' e pagamenti maggiorati ancora da saldare. Le vittime delle due donne e delle persone che ruotavano intorno a loro erano costrette a pagare le rate dei prestiti, che venivano annotati su appositi registri.

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